Il governo stacca la spina alle rinnovabili, sempre più verso il nucleare

Brusca frenata del governo, nella persona del Ministro dello Sviluppo Romani, sulle energie rinnovabili.

Tra il premier che parla di “Ecologismo di sinistra”  e mostra chiaro interesse verso lo sviluppo del nucleare, e la protesta degli ambientalisti si accende lo scontro sulle fonti energetiche.

Sembra un controsenso, sembra un ritorno al passato quello dettato dal ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani che propone una marcia indietro nell’ambito delle rinnovabili per dare spazio al nucleare. Protesta delle aziende che investono nel settore e da parte degli ambientalisti che dichiarano: ” Si tratta sempre della macchina del fango che vuole tagliare le gambe al progresso energetico e ambientale”.

A tal proposito  è intervenuto anche il premier Silvio Berlusconi che afferma : ”Subiamo oggi  quello che abbiamo ereditato dalle scelte di chi ha negato all’Italia la possibilita’ di dotarsi di energia nucleare.Il risultato e’ che tutta l’energia che consumiamo la paghiamo piu’ del 30% in piu’ rispetto al resto d’Europa. La Francia si e’ dotata di 85 centrali nucleari sicurissime e pensate che quando si deve decidere dove costruirne una, scatta la competizione tra i comuni perche’ le centrali portano lavoro e sono ipersicure”.

Il ministro del’ambiente invece sembra di un’opinione differente perchè afferma “Avanti con le rinnovabili e avanti con il nucleare”, poichè pensa che tra esse non ci sia contrapposizione. Secondo quanto riferiscono le associazioni e gli imprenditori del settore porterebbero ad involuzione degli investimenti dovuta alla frenata degli incentivi con validità retroattiva poichè anche gli impianti che attendono di collegarsi alla rete potrebbero ricevere delle perdite per non parlare di quelli in fase di progettazione che nonostante lo stato avanzato del progetto potrebbero non ricevere gli incentivi. Si tratterebbe di una brusca frenata del governo che potrebbe aprire le porte allo sviluppo del nucleare sul quale esistono pareri fortemente discordanti in tutta la popolazione.

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