Raggiungere l’indipendenza energetica: La lezione di Samso

Quando si parla di zone che hanno raggiunto l’indipendenza energetica si tende sempre a pensare che si tratti di comuni di pseudo-hippy o cose del genere. O almeno, così immagina la faccenda una buona parte del retrogrado pubblico di casa.

Così facendo ci si costruisce una facile difesa: certo che hanno l’indipendenza energetica, si tratta di una comune di hippie che fumano erba e praticano il sesso libero e che vivono senza elettricità.

Ma i residenti dell’ isola di Samso, in Danimarca, sembrano pensarla diversamente. Sono la prima isola appartenente ad un paese industrializzato ad aver raggiunto la completa indipendenza energetica. La base del progetto è costituita da una serie di pale eoliche, che funzionano piuttosto bene in questa piccola isola spazzata da forti venti.

Dopo un cospicuo investimento iniziale da parte degli abitanti le pale eoliche sono state costruite. Adesso gli abitanti dell’ isola non hanno più bisogno di comprare energia dalla terraferma e vendono il loro surplus sulla rete nazionale elettrica. Nel giro di pochi anni il loro investimento iniziale sarà completamente assorbito e inizieranno a guadagnare.

Ma non solo. Considerando che la gran parte degli abitanti è costituita da coltivatori diretti adesso il riscaldamento proviene da piccole fornaci che bruciano materiale organico di scarto. Molte sono le case provviste di pannelli solari addizionali, che costellano anche il paesaggio della campagna.

I trattori dell’ isola vanno a bio-etanolo, prodotto localmente sempre grazie all’utilizzo di materiale organico di scarto. Insomma, anche se domani dovesse crollare tutto il mondo attorno a loro quest’isola continuerebbe ad andare avanti.

Un esempio da imitare? Assolutamente si. Potenzialmente tutte le piccole isole possono aspirare all’ indipendenza energetica.

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