Nuovi sostenitori per l’Energia Alternativa

La scorsa settimana si è svolta una conferenza sui biocarburanti alla Mississippi State University. Uno dei relatori invitati, il Segretario della Marina Ray Mabus, annunciato che la marina starebbe cercando di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili del Dipartimento della Difesa Statunitense. Si tratta di una fetta piuttosto grande di consumo di carburante tradizionale. In media, il governo federale consuma circa il 2 % dei combustibili fossili utilizzati negli Stati Uniti e il Dipartimento della Difesa rappresenta circa il 90 % del consumo di quella porzione. Mabus ha sottolineato che con l’amministrazione Obama si sta perseguendo il passaggio a fonti energetiche alternative e rinnovabili, anche per quanto riguarda il settore militare.

In qualità di ex governatore del Mississippi e ambasciatore statunitense in Arabia Saudita, il segretario Mabus è a conoscenza della posizione del petrolio nella politica estera americana. Ha anche osservato, durante la conferenza, che, per ogni aumento di 1 dollaro del costo del petrolio greggio, la Marina ha un incremento di spesa mediamente di 32 milioni di dollari. Quando la crisi libica ha colpito all’inizio di quest’anno, il petrolio ha fatto un balzo di 30 dollari al barile , che si è tradotto in quasi 1 miliardo di sollari di costi aggiuntivi per la Marina. Non c’è da meravigliarsi, quindi, che Mabus si impegni per cercare di soddisfare il 50% del fabbisogno di carburante della Marina, sia di terra che della flotta, con fonti non fossili entro il 2020

Dal punto di vista della Marina, i biocarburanti hanno mostrato qualche seria promessa. In alcuni teatri di operazione, sono già in uso additivi bio sia per il carburante degli aerei che per le navi più piccole e leggere. E i risultati iniziali sono stati piuttosto incoraggianti.

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