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Fotovoltaico: la musica rock aumenta le prestazioni delle celle fv

15 Nov 2013
Enza D
Efficienza e risparmio energetico, Energia Fotovoltaica

fotovoltaico

Secondo un recente studio la musica rock aumenta le prestazioni delle celle fotovoltaiche in ossido di zinco del 40% rispetto al loro normale utilizzo.

Ebbene sì, questa è una notizia che piacerà a tutti coloro che presso la propria abitazione hanno sempre l’abitudine di ascoltare della buona musica rock. Secondo uno studio condotto da un team di esperti della Queen Mary University e dell’Imperial College di Londra, le vibrazioni prodotte dalla musica rock sono in grado di aumentare del 40% le prestazioni delle celle fotovoltaiche di ossido di zinco.

Secondo questo studio infatti, le alte frequenze prodotte da questo genere musicale sono in grado di produrre delle vibrazioni specifiche che sono ben sfruttabili nel processo di produzione di impianti fotovoltaici a nanotubi. Grazie ad esse la capacità delle celle di convertire la luce del sole in energia elettrica green aumenta del 40%. In pratica le fluttuazioni casuali del suono non si annullano a vicenda, ma alcune frequenze sembrano davvero amplificare l’output della cella solare.

A presentare questa nuova scoperta è Steve Dunn della Facoltà di Ingegneria e Scienza dei Materiali della Queen Mary University, il quale dichiara che tra i sistemi per convertire le vibrazioni in energia elettrica questo è uno sviluppo davvero promettente, che mostra un insieme di proprietà fisiche che possono anche migliorare di molto le prestazioni di un impianto fotovoltaico. Una notizia inaspettata e allo stesso tempo molto importante se teniamo conto che potrebbe bastare spendere qualche euro nell’acquisto di qualche buon cd di musica rock per aumentare l’efficienza energetica del proprio impianto. Non ci resta che aspettare ulteriori sviluppi in merito.

efficienza impianto, impianti fotovoltaici, musica rock, nanotubi, Queen Mary University



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