L’energia nucleare è una delle forme meno astute di produzione di energia. Per quanto si possano costruire centrali superspettacolari, piene di misure di sicurezza, dovrai comunque fare i conti con due fattori: l’imprevedibilità umana e l’imprevedibilità della natura. L’imprevedibilità umana ha provocato il disastro di Chernobyl. L’imprevedibilità della natura quello di Fukushima.
La Terra è un pianeta vivo, giovane, imprevedibile. Non si sa mai quando deciderà che è giunta l’ora di un tornado, di un eruzione, di uno tsunami o di una nuova glaciazione. Non possiamo permetterci di costruire centrali pericolosissime, giudicandole pure stabili, che verranno distrutte al primo disastro. Ma sopratutto non possiamo crearci delle aspettative sbagliate: niente di quanto costruiremo sarà mai permanente. Guardiamo alle Piramidi come a dei manufatti immortali, ma su scala cosmica (O persino su scala umana) non sono niente.
Perciò pensiamoci bene prima di costruire in giro centrali nucleari. O prima di decidere che “Quella montagna è ottima per piazzarci rifiuti nucleari dentro”. Forse sarà ottima adesso, ma tra cinquanta milioni di anni? Peccato che tra cinquanta milioni di anni noi non saremo più qui, a goderci le conseguenze dei disastri da noi provocati in una mancanza di pensiero a lungo termine.
E’ proprio questo il fatto. A noi umani manca la capacità di astrarci, per pensare a lungo termine. Riusciamo solo a considerare il ristretto orizzonte rappresentato dalla nostra misera esistenza, senza considerare l’immensità di tempo che verrà dopo. E pur di dire “Il nostro Stato, che magari tra cento anni neanche esisterà più, fonderà un impero eterno grazie a quel petrolio“, ci facciamo le guerre e distribuiamo le risorse in maniera iniqua. Mah!