Decreto rinnovabili: no alla validità retroattiva

Nuove proteste sul fronte delle variazioni sugli incentivi alle fonti rinnovabili. La protesta nasce da Ises Italia e Asso Energie Future che insieme ad Aper hanno fatto richiesta esplicita al ministro dello Sviluppo Economico Romani di abolire gli effetti retroattivi della riforma in modo da non danneggiare quei progetti che sono già in corso d’opera.

Le tre associazioni ammettono che sia necessario un taglio alle incentivazioni che di fatto tagliano la vera fonte di sviluppo del settore, ma non riescono ad accettare che tale decreto abbia una validità retroattiva per tutti quegli impianti che entro fine anno riescono a raggiungere la fine certificata dei lavori. Secondo le associazioni dovrà inoltre essere mantenuta la premialità per incentivare la rimozione degli impianti e si deve guardare a quello che è il futuro dei piccoli impianti che soltanto grazie agli incentivi statali hanno la possibilità di vedere la luce.

Sempre secondo le associazioni il meccanismo degli incentivi deve quindi diminuire pur rientrando in una soglia che non arrechi danni ai progetti già esistenti soprattutto da un punto di vista finanziario, cioè dovrà essere capace di mantenere un certo livello di affidabilità ma soprattutto una stabilità da un punto di vista finanziario.

Affinchè il processo di monitoraggio degli impianti che sono realmente portati a compimento avvenga in maniera corretta, le associazioni propongono che il Gestore dei Servizi Energetici renda pubblico il registro degli impianti che hanno la certificazione con aggiornamenti settimanali. In questo modo sarà garantito un contenimento da un punto di vista dell’incentivazione e allo stesso tempo verranno preservati gli investimenti e il futuro sviluppo dei progetti già realizzati.

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