Profilo nutrizionale e vantaggi dei semi di canapa

I cibi ricavati dalla canapa si stanno espandendo sugli scaffali degli alimentari e nei negozi di alimenti naturali in tutto il Nord America. Per definizione, questi sono alimenti che contengono i semi di canapa interi oppure l’olio estratto dai semi di canapa (dalla guaina del seme oppure dal seme stesso), oppure farina ricavata dalla macinazione dei semi della canapa.

Alcuni esempi di attualmente di prodotti alimentari ricavati dalla canapa disponibili sul mercato comprendono insalata, condimenti, barrette nutritive, pane, biscotti, muesli, cialde e wafer, burro e margarina di semi, chips e salatini, pasta, dolci surgelati e integratori ricavati dall’olio di semi spremuti a freddo.

Non esiste alcuna correlazione tra l’olio di semi di canapa, che è un prodotto alimentare (privo di cannabinoidi psicoattivi) e la sostanza psicoptropa più comunemente nota. Stiamo parlando di tutt’altro, che di droga.

Esaminare la composizione del semi di canapa aiuta a spiegare questi benefici. Come altri semi oleosi, quello di canapa è costituito principalmente da olio (tipicamente il 44%), proteine (33%) e fibre alimentari e altri carboidrati (12%, prevalentemente da residui della guaina). Inoltre, il seme contiene vitamine (in particolare la tocopherols ed i tocotrienoli del complesso della vitamina E), phytosteroli e tracce di minerali. Nel complesso, gli elementi nutrizionali dei semi della canapa sono in vantaggio rispetto agli altri semi da olio. I principali elementi nutrizionali si ritrovano nella composizione del suo olio, ovvero nel degli acidi grassi, e la proteina che si trova nell’olio di canapa contiene tutti gli aminoacidi essenziali che servono al sostentamento della vita. L’olio di canapa è, quindi, un ottimo alleato della nutrizione, per le quantità significative di nutrienti contenute, in rapporti chimico-fisici desiderabili.

La maggior parte dei semi da olio contengono l’acido linoleico (LA), un elemento essenziale, degli acidi grassi (EFA) della famiglia “Omega-6”, ma offrono poco acido alfa-linolenico (ALA) e poco omega- l’EFA altro elemento della famiglia degli omega. Le agenzie della Salute di tutto il mondo concordano sul fatto che gli esseri umani dovrebbero ingerire questi EFA in un rapporto di omega-6/omega-3 di circa 4:1. Dal momento che l’olio di semi comuni ed i grassi animali, rappresentano la maggior parte della nostra assunzione di grassi ed hanno un basso contenuto di omega-3, le diete occidentali in genere hanno un rapporto omega-6/omega-3 sbilanciato, mediamente di 10:1 oppure rapporti anche maggiori. Il che significa che le diete alimentari occidentali sono troppo ricche di omega-6 e troppo carenti in omega-3. Recenti ricerche cliniche hanno continuato ad identificare questo squilibrio come co-fattore in una vasta gamma di comuni malattie, partendo dalle malattie cardiovascolari, fino a vari tipologie di artrite, al diabete, ai disturbi della pelle e perfino quelli dell’umore.

Nel 1999 un laboratorio dell’Istituto Superiore di Sanità degli Stati Uniti ha dimostrato i benefici impressionanti di un rapporto equilibrato in omega-6/omega-3 nella nostra dieta: riduzione del rischio di aterosclerosi, del rischio di malattie cardiache e di morte cardiaca improvvisa, del rischio di alcuni tipi di tumori, diminuzione dei sintomi dell’artrite reumatoide, miglioramento dei disturbi umorali, miglioramento dei disturbi bipolari, fino allo sviluppo ottimale dei neonati.

Negli studi clinici, questi benefici sono stati spesso ottenuti utilizzando omega-3 ricavato da pesce ed olio di lino. Un approccio più “olistico” consiste nell’assunzione di grassi alimentari tramite il consumo di noci e di olio che offra un migliore rapporto omega-6/omega-3. Gli studi clinici dei potenziali benefici dell’impiego alimentare dell’olio di canapa, sono attualmente in corso presso l’Università di Kuopio in Finlandia.

L’olio di canapa contiene tipicamente meno del 10% di acidi grassi saturi, e senza acidi grassi, ritenuti particolarmente dannosi per il nostro sangue e l’equilibrio del colesterolo. Per evitare la conversione degli acidi grassi polinsaturi in malsani perossidi con le temperature più elevate,dove la temperatura è mantenuta sotto il punto di ebollizione (100 °C – 212° F), trovano impiego gli oli di canapa e noce, che possono essere tranquillamente impiegati in cucina sia per piatti caldi che freddi . L’olio di canapa non può essere utilizzato per friggere. Per la cottura è meglio mantenere la pentola a fuoco lento e con temperature ed umidità sufficienti sul fondo, per limitare la temperatura e la formazione di perossidi e retrogusti. I semi di canapa possono essere leggermente tostati e cotti nel pane e nella pasta sfoglia mantenendo queste avvertenze sulla temperatura e sull’umidità.

Le proteine ricavate dalla canapa sono anche di qualità eccezionalmente elevata in termini di aminoacidi (AA), composizione e struttura delle proteine stesse. Queste proteine influenzano la digeribilità e l’utilizzo da parte del corpo umano. Le proteine ricavate dalla canapa contengono tutti gli aminoacidi essenziali in quantità nutrizionalmente più significative e con un rapporto più vicino alle tradizionali fonti di proteine (carne, latte e uova) rispetto a tutti gli altri semi oleosi, ad eccezione della soia. Le proteine derivate dalla canapa sono costituite da due proteine globulari, l’albumina (33%) e l’edestina (67%), che hanno una struttura molto simile alle proteine prodotte nel nostro sangue e sono quindi facilmente digeribili. Queste proteine della canapa sembrano essere libere dagli antinutrienti che si trovano nella soia e che sono in grado di interferire con l’assorbimento delle proteine.

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