Umberto Veronesi ed il nucleare

L’opinione di Veronesi è che senza il nucleare l’Italia muore “Per avere energia in futuro non ci sono alternative. Voglio spiegare a tutto il Paese che è possibile costruire centrali davvero sicure e che tante paure sono ingiustificate. Spiegherò ai cittadini che si può fare in sicurezza e che non è giusto avere paura”.

L’oncologo si esprime per la prima volta da presidente dell’Agenzia per la sicurezza Intervista in un intervista a LUCA UBALDESCHI. Vista con gli occhi di Umberto Veronesi, la questione del ritorno all’atomo è estremamente semplice. «Tra 50 anni finirà il petrolio, tra 80-100 il carbone, ed in seguito il gas. Altre fonti non saranno sufficienti a fornire l’energia di cui abbiamo bisogno. Il risultato? Non avremo la luce, non potremo far funzionare i computer o i frigoriferi e neppure far viaggiare i treni. Se lo immagina?».

Questa è la l’opinione del grande oncologo, il medico più famoso d’Italia, che a 85 anni, ha deciso di abbandonare il Senato ed accettare la presidenza dell’Agenzia per la sicurezza nucleare. Il suo nuovo incarico si porta dietro molte polemiche, ma Veronesi non ha dubbi che il piano possa realizzarsi senza pericoli per le persone e per l’ambiente.

All’affermazione che la maggioranza degli italiani sia contraria al nucleare, Veronesi non si preoccupa di andare controcorrente «No, anzi, la conflittualità mi stimola. Sono abituato ad affrontare problemi scabrosi. L’importante è essere sicuro che la scelta che faccio sia moralmente corretta, ed in questo caso lo è. Come oncologo conosco molto bene le radiazioni e i modi per proteggere i pazienti. Voglio dedicare i prossimi anni ad assicurarmi che i cittadini non corrano rischi».

Anche se sono passati 25 anni Cernobil agita ancora degli italiani, sono incubi difficili da scacciare. «Lo so, ma so anche che Cernobil è qualcosa che non potrà più accadere. Il direttore dell’impianto non era un esperto di nucleare. Ed il fattore umano è cruciale, la mia attenzione maggiore sarà formare personale adeguatamente dal punto di vista tecnico, scientifico, ma anche psicologico, perché sappia far fronte alla pressione».

C’è chi pensa che L’Italia sia un paese rimasto arretrato, e ci si chiede se abbia le di conoscenze necessarie. «In primo luogo in Italia abbiamo mantenuto viva la ricerca e centri come quello di Casaccia, vicino a Frosinone, sono all’avanguardia. Ed infine il fatto che partire da zero ci consente di usare le tecnologie più moderne e il tempo necessario a impiantarle ci darà modo di creare le competenze per usarle al meglio. Una centrale è studiata per durare tra i 60 ed i 100 anni. Se anche ne trascorrono 10, per averla operativa, certo non potrà essere considerata vecchia».

Rispetto alle paure sul funzionamento del reattore, ed alle paure che gli ambientalisti hanno circa le possibilità di dispersione, lo scienziato risponde che «E’ un’invenzione assoluta. Non esce nulla. Meglio, esce dell’acqua, che può avere minime quantità di radiazioni, ma molto inferiori anche rispetto al livello di legge. Non crea problemi». Per quanto riguarda le scorie ed il loro smaltimento Veronesi riassume la situazione dicendo che «Solo una piccola parte delle scorie richiede millenni per de-potenziarsi completamente. Vanno messe in sicurezza, e ci sono le soluzioni per farlo, dentro una montagna o a grandi profondità. Al tempo stesso, si stanno affinando tecniche per renderle innocue più in fretta. Soprattutto, l’Italia potrà non avere depositi di scorie pericolose. Si tende ad individuare un unico sito per Continente. In Europa ci sono tre soluzioni allo studio, tutte fuori dai nostri confini. Ma il punto vero è che le scorie sono sì un problema serio e costoso, ma non devono spaventare. Non si sorprenda se dico che c’è più radioattività in un ospedale. O ancora, lo sa che c’è uranio anche in un bicchier d’acqua. Ho trascorso la mia vita a combattere le paure ingiustificate. Soltanto 40 anni fa in Italia c’era ancora il timore a usare il forno a microonde, per non dire di quando cominciò a girare la storia che il pane congelato in freezer fosse cancerogeno. Assurdità, lo sappiamo. Ma voglio dire che spesso la paura è frutto di ignoranza. Sono timori vaghi, confusi, sui quali giocano alcuni movimenti politici. Il risultato? Non si possono usare gli Ogm, non si fa la Tav, si bloccano i termovalorizzatori…». e continua dicendo che non ha timori riguardo al nucleare «Guardiamo che cosa succede nel mondo. Tutti i Paesi puntano sul nucleare. La Cina ha previsto 120 centrali, l’India 60, la Francia ne ha 62, il programma svizzero ne contempla 8 per 8 milioni di abitanti. Capisce? E ancora: scommettono sul nucleare Paesi di cui si parla meno, la Lituania, la Slovacchia, l’Armenia. Ma lo sa che anche in Medio Oriente, nella culla del petrolio, hanno imboccato questa strada? Gli Emirati Arabi hanno ordinato 4 reattori, tanti quanti ne sono previsti per l’Italia. Possibile che siamo noi i più intelligenti a opporci?».

Per quanto riguarda le fonti rinnovabili non possono essere un’alternativa? «Sarebbe bellissimo, ma dobbiamo intenderci. Dalle biomasse può arrivare 1’1-2% del fabbisogno italiano, così come dalla geotermica. L’idroelettrica è praticamente già al massimo. L’eolica? Procede, ma abbiamo poco vento e bisogna pensare anche al paesaggio e al turismo. E se comunque, per assurdo, riempissimo la penisola di pale, arriveremmo a coprire il 10-15%. Resta il solare, io sto giusto mettendo un impianto nella mia casa in campagna. Ma è questa la dimensione, va bene per le famiglie, non per una grande fabbrica».

Comments

No comments yet. Why don’t you start the discussion?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *