Quale bilancio energetico per i biocarburanti?

Considerati i progressi ottenuti dai costruttori di motori per combattere l’inquinamento, è ormai chiaro che i biocarburanti non riducono in modo significativo l’inquinamento locale. Ma l’impatto ambientale dei gas di scarico (senza tener conto l’intero processo di produzione industriale) è positivo.

I biocarburanti contengono ossigeno, che migliora la combustione e riduce lo scarico di idrocarburi incombusti.

Così, il biodiesel (30 %) e l’ETBE (12 %) possono ridurre di un valore che va dall’11 % al 14 %, le emissioni di monossido di carbonio. Il biodiesel permette una riduzione di circa il 20 % delle nanoparticelle in sospensione ed il fumo nero emessi dai tubi di scappamento. Per il protossido di azoto, i risultati dei test effattuati mostrano che sono praticamente pari a zero o addirittura negativi (+ 8% con biodiesel). La combustione di etanolo e biodiesel comporta, tuttavia, anche un leggero aumento delle emissioni di aldeidi, che sono dei composti tossici. Problema che può essere gestito tramite la marmitta catalitica.

Ma il guadagno netto ambientale è dato dal livello di anidride carbonica (CO2), che contribuisce all’effetto serra ed al riscaldamento globale. Sono considerati energie rinnovabili e le emissioni di CO2 sono pari a zero, poichè nella loro crescita, le piante assorbono quella CO2 che viene rilasciata dalla combustione del carburante. Così, secondo i calcoli dalla Missione Interministeriale per la Lotta contro l’Effetto Serra (MIES), una tonnellata di biodiesel permette di risparmiare 2,1 tonnellate di CO2 mentre una tonnellata di etanolo permentte di risparmiare 1,4 tonnellate di CO2. L’1 % di impiego di biocarburanti contribuisce a prevenire il rilascio in atmosfera di un milione di tonnellate di CO2. Basandoci sull’ipotesi dell’obiettivo del 10 % che l’Unione Europea vorrebbe raggiunger nel 2020, vorrebbe dire che potrebbero essere evitate quasi 6 milioni di tonnellate di CO2 immesse nell’atmosfera. Magari è u dato modesto rispetto alle emissioni dai trasporti, ma molto interessante per un settore che cerca di ridurre le proprie emissioni con tutti i mezzi.

Diversi studi sul tema hanno prodotto risultati piuttosto divergenti. Uno studio condotto da ADEME dal dicembre 2002 indica che il rendimento energetico (energia restituita sull’energia consumata per la produzione di un oggetto) per la catena di etanolo produzione di frumento e barbabietole da zucchero è 2, rispetto allo 0,87 per le prestazioni del settore a benzina. I risultati del settore ETBE è vicino a 1 contro lo 0,76 per il MTBE settore (Methil ter-butil etere, dal metano, l’ETBE sostituisce benzina). La resa è stata del 4,7 per olio di colza, del 5,5 per l’olio di girasole e di circa il 3 per il biodiesel contro un ritorno dello 0,9 per il diesel. In uno studio commissionato dall’Unione Europea nel 2004 (CONCAWE), usando un metodo diverso di calcolo, i risultati visualizzati sono meno buoni (rendimento dell’1,19 per l’etanolo, dell’1,28 per l’etanolo da barbabietola e del 2 , 5 per il biodiesel), ma il bilancio energetico rimane positivo.

I biocarburanti forniscono più energia di quanta ne consumino gli equivalenti quantitativi di petrolio in tutta la catena produttiva. Sono previsti inoltre miglioramenti dell’efficienza energetica delle unità di produzione per aumentare il rendimento. Ma oramai siamo alla seconda generazione di carburanti quella in cui i biocarburanti raggiungeranno un bilancio energetico molto interessante.

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