Acqua: numeri e risorse

L’acqua in natura è tra i principali costituenti degli ecosistemi ed è alla base di tutte le forme di vita conosciute, uomo compreso. All’acqua è riconosciuta l’importanza di origine e sostentamento della vita sulla Terra. L’acqua è una componente fondamentale di tutti gli organismi viventi presenti sul nostro pianeta.

Si trova in elevate percentuali nelle cellule e partecipa attivamente come reagente in diverse reazioni metaboliche negli esseri viventi.

L’acqua inoltre indispensabile anche nell’uso civile, agricolo e industriale; l’uomo ne ha inoltre riconosciuto sin da tempi antichissimi la sua importanza, identificandola come uno dei principali elementi costitutivi dell’universo.

Sulla Terra l’acqua copre il 70,8% della superficie del pianeta. L’acqua dolce rappresenta solo il 2,5% del volume totale presente sulla Terra e per più dei 2⁄3 si trova in pochi ghiacciai, in particolare nell’Antartide e in Groenlandia, i quali sono quindi la principale riserva di acqua dolce nel nostro pianeta. La presenza di acqua liquida (e in misura minore nelle forme gassosa e solida) sulla Terra è una condizione essenziale per lo sviluppo e il sostentamento della vita come la conosciamo. La fusione dei ghiacciai a causa dell’effetto serra e dell’aumento delle temperature ha un forte impatto ambientale, sia per l’innalzamento del livello dei mari ma anche per la scomparsa di questa riserva. Durante la fusione dei ghiacci, infatti, l’acqua dolce si mescola a quella salata del mare, divenendo inutilizzabile dall’uomo. Un ulteriore 30% di acqua dolce si trova in riserve sotterranee e solo meno dell’1% dell’acqua dolce si trova in laghi, fiumi o bacini ed è quindi facilmente accessibile.

A seconda della loro provenienza, le acque naturali si classificano in:
acque meteoriche (pioggia, neve, grandine, rugiada, brina);
acque sotterranee (falde profonde o freatiche);
acque superficiali (mari, fiumi, laghi, sorgenti).

Le acque meteoriche contengono i gas normalmente presenti nell’atmosfera (principalmente N2, O2 e CO2), quelli localmente presenti per via di attività industriali o di centri abitati (SO2, SO3, ossidi di azoto, CO) e quelli che provengono dalla decomposizione di sostanze organiche naturali (H2S, NH3). L’acqua meteorica può reagire con tali sostanze, un esempio è dato dal fenomeno della pioggia acida.

Le acque sotterranee, alimentate dall’infiltrazione delle acque meteoriche, da cui il terreno filtra le sostanze in sospensione, sono acque minerali. A volte le acque sotterranee fuoriescono spontaneamente diventando acque sorgive (notevolmente pregiate per l’uso potabile per la mancanza di organismi patogeni, ma spesso la qualità viene minacciata da erbicidi e pesticidi, che sono estremamente dannosi per la salute). Le acque sotterranee, ossidando le sostanze organiche presenti nel suolo, si arricchiscono di anidride carbonica, facilitando la dissoluzione di rocce calcaree.

Le acque superficiali hanno composizione estremamente variabile a seconda delle condizioni climatiche ed ambientali. Si possono classificare in acque dolci (3%, per circa i 3⁄4 allo stato liquido) e salate.

Fra tutti i paesi del mondo, soltanto 11 dispongono di 50.000 o più metri cubi d’acqua dolce all’anno per ogni abitante. Tra gli 11 Paesi con la maggiore disponibilità idrica al mondo in rapporto agli abitanti, il più vasto è il Canada, Panama è l’unico dell’America centrale, 2 sono in America latina, 2 in Asia, 3 in Europa ed altrettanti in Africa ed uno in Oceania.

Le aree desertiche come nel Vicino Oriente hanno una disponibilità idrica decine di volte inferiore: se, ad esempio, l’Islanda o la Nuova Zelanda hanno a disposizione una quantità di acqua dolce 20.000 volte superiore alle loro esigenze, per cui nei loro territori si registra un notevolissimo eccesso di acqua, numerosi Stati africani e mediorentali, ma anche europei, risultano essere deficitari. La Germania deve dunque approvvigionare oltre 80 milioni di abitanti, con risorse idriche pur notevoli, ma comunque frammentate ad un’utenza quasi 300 volte superiore a quella islandese, solo in termini demografici.

L’Europa risulta divisa tra l’enorme ricchezza idrica dei Paesi scandinavi, dell’Islanda e dell’Irlanda, dove vi sono oltre 10.000 metri cubi l’anno, la buona condizione dei paesi alpini e balcanici (5-10.000, come negli USA), e le non felici risorse degli altri Stati. Da un lato, vi sono Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Grecia con una disponibilità compresa tra 2.000 e 5.000 m cubi ad abitante, dall’altro le più gravi condizioni di alcuni importanti Nazioni (Germania, Polonia, Romania ed altre confinanti) dove vi sono meno di 2.000 metri cubi per abitante, alla stessa stregua, cioè, degli Stati del Sahara e dell’Africa orientale e meridionale, e ancora del Medio Oriente. Paesi di grandissime dimensioni quali la Cina, l’India ed il Messico possono invece contare su 2-5 mila metri cubi per abitante, come ad esempio avviene in Italia.

Nonostante i numeri dell’acqua, questo elemanto fondamentale per la nostra stessa sopravvivenza, non è una risorsa infinita.

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