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Il progetto di recupero “Refuse”

11 Giu 2012
Enza D
Eco casa ed immobili, Ecologia e rifiuti, Riciclo

Poichè l’arte e il modo di utilizzare un oggetto sono in continua evoluzione, nasce il progetto Refuse, che concerne, appunto, tutta una serie di innovazioni nel settore del social design sistemico; l’obiettivo primario che esso si prefigge è finalizzato nel recupero di oggetti d’arredamento, ma anche di persone. E’ stato voluto da numerose imprese torinesi che fanno parte della rete denominata Opereaperte.

Tra le imprese figura la Galliano Habitat, azienda leader nella vendita di mobili di design, che negli anni ’70 è stato il primo rivenditore di arredamento in Italia a promuovere la vendita di mobili di design con la formula cash and carry, con un notevole risparmio per il consumatore. Altro ente impegnato nel progetto è la Residence du parc, società che si occupa di progetti riabilitativi sulla salute mentale; inoltre è presente un’equipe che comprende molteplici figure professionali e non, tra cui medici, designer, arteterapeuti e pazienti.

La rete Opereaperte mette al centro della sua attenzione anche la salute mentale e il concetto espresso di recupero e ricreazione degli oggetti diventa la metafora della ricostruzione dell’essere umano in quanto individuo, che ultimato il lavoro si “rispecchia” nell’opera da lui creata, dopo aver messo in gioco le sue competenze, la sua esperienza e la sua creatività. Il progetto Refuse concepisce l’ecosostenibilità come modo di aggregazione tra gli individui, un modo che possa permettere l’espressione dell’arte in maniera tale da renderla utile e accessibile a tutti.

I primi fruitori di questo progetto sono gli artigiani e gli stessi pazienti, che hanno potuto arredare le loro case e le loro strutture di soggiorno con le opere realizzate. Un’altra vetrina per poter conoscere i frutti di questa nuova impresa sono gli spazi espositivi di Galliano Habitat.

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Aspetti sociali, ecosostenibilità, Riciclo



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