Nuovi tagli agli incentivi: quale sarà il futuro delle rinnovabili in italia?

Volgendo uno sguardo al passato si denota facilmente che in realtà, il nostro caro e vecchio Paese sembra essere stato, da sempre, aperto allo sfruttamento energetico delle rinnovabili al fine di ottenere grossi quantitativi di energia elettrica.

Basti pensare ai grandi impianti idroelettrici e geotermici realizzati già all’inizio del secolo scorso, quando le energie alternative sembravano essere quasi fantascienza e una sfida piuttosto dura da intraprendere!

Nel corso del secolo di è assistito ad un incremento sempre maggiore di impianti e centrali volte a sfruttare sempre nuove fonti energetiche rinnovabili come eolico, solare e biomasse, ma a quanto pare l’Italia nonostante il suo glorioso passato sembra aver fatto un passo indietro rispetto ai cugini europei.. eh già  sembra proprio che l’intero stivale si sia davvero arenato!

Eppure analizzando dati e statistiche emerge che l’Italia è in realtà il quarto maggiore produttore di energie rinnovabili in territorio europeo, grazie ai suoi 65 Terawatt raggiunti solo nel 2008.

A quanto pare il primato per eccellenza “made in italy” si è ottenuto soprattutto con il geotermico, restano difatti noti a tutta l’Europa gli oramai storici impianti geotermici del Larderello siti in Toscana che, ogni anni forniscono all’intero paese oltre 5 Terawatt di energia consentendo all’Italia di posizionarsi in una condizione di privilegio rispetto alla produzione di energie rinnovabili.

Ma allo stato attuale, l’Italia come ha deciso di comportarsi?

La situazione sempre essere alquanto disastrosa, basti guardare all’imminente traguardo prefissato per il 2020, traguardo che impone inevitabilmente, il raggiungimento del 17% di energia prodotta in maniera del tutto naturale, eppure a ben vedere sorgono nuove barriere e nuovi vincoli!

Proprio per tale motivo la nuova manovra che prevede tagli agli incendtivi da destinare alle rinnovabili sembra essere stata una scelta troppo poco furba per un Governo che, invece di investire in un settore che ha da sempre dimostrato le proprie potenzialità, sceglie piuttosto di mutilarlo impedendone l’ascesa.

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