Legambiente: Italia in linea con gli obiettivi del protocollo di Kyoto

Ottime novità sul fronte ambientale per quanto concerne il Protocollo di Kyoto, sembra infatti che l’Italia sia in linea con gli obiettivi prefissati dal protocollo grazie ad un oculato utilizzo del petrolio, forse dovuto anche alla crisi, e ad un incremento di energia derivante da fonti rinnovabili.

In Italia si è avuto infatti un incremento del 50% sull’utilizzo della green energy nell’ultimo decennio. Ad affermare questo ottimo dato di crescita in relazione al protocollo del 2005 sono i dati del rapporto di Legambiente, “Ambiente Italia 2011” che è stato presentato in data odiearna a Roma. Nonostante però l’Italia si trovi in questo momento prossima a raggiungere l’obiettivo, si autolesiona attraverso un’inversione di rotta nello sviluppo e nella crescita delle rinnovabili.

Il tutto secondo Legambiente sembra dovuto all’impegno profuso dai paesi europei nell’ambito del contenimento delle emissioni, ma paradossalmente l’Italia corre il rischio di non raggiungere gli obiettivi imposti dal protocollo pur avendoli a portata di mano a causa di leggi proposte da un governo involuzionista che non vuole guardare al futuro dell’energia quali sono indiscussamente le rinnovabili ma si vuole fiondare nel passato con il nucleare.

I dati concreti che emergono dal rapporto di Legambiente sono la riduzione delle tonnellate equivalenti di petrolio da 191 a 180 milioni; la diminuzione della produzione energetica da fonti non rinnovabili tra le quali spicca la diminuzione di cinque milioni di Tep del petrolio, analogamente è diminuito di circa 5,6 % la produzione di gas. Dato ecologico oltre che economico confortante è quello derivante dalla produzione e sviluppo delle rinnovabili che tra il 2008 e il 2009 sono aumentate addirittura del 13,5 % portando avanti il discorso fatto nell’ultimo decennio, segno che in Italia c’è voglia di guardare al futuro, di investire nelle rinnovabili per ottenere energia pulita e non prodotti radioattivi quali sarebbero quelli derivanti dalla diffusione dell’ormai antiquato nucleare.

 

 

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