Che cosa succede quando una grande azienda come la Whirlpool o Google necessita di una falciatina al prato ma vorrebbe risparmiare sul costo della manutenzione? Assume un gregge di capre/pecore, ovvio no?!
E’ esattamente ciò che le 2 aziende hanno pensato di fare per abbattere i costi di manutenzione e soprattutto per evitare un consumo di carburante per i falciaerba con conseguente emissioni inquinanti.L’idea è geniale, infatti l’azienda produttrice di elettrodomestici, con lo stabilimento a Cassinetta di Biandronno in provincia di Varese, ha giustamente pensato di unire l’utile al dilettevole donando una casa ed un pasto al suo gregge di 1200 pecore, tutto in collaborazione con la Coldiretti, avendo un prato di circa 5 ettari. La Coldiretti si è sentita entusiasta di questa “collaborazione” affermando:
“Si tratta di una alternativa moderna alla transumanza, che per secoli ha caratterizzato l’allevamento delle pecore ma che ora è resa difficile dall’urbanizzazione che ha drasticamente limitato le aree libere al pascolo. In Italia si contano ben 70.000 allevamenti di pecore che stanno vivendo in molti casi una difficile situazione di crisi a causa dell’aumento dei costi di produzione e del prezzo del latte che viene sottopagato agli allevatori”
Soddisfatto, e non poco, anche il direttore dello stabilimento Nicola De Guida, che afferma:
” Questo gesto rientra nel solco di una politica improntata alla tutela e all’attenzione del patrimonio naturale che Whirlpool persegue da sempre dimostrando è possibile natura e industria non si escludono a vicenda, anzi possono convivere in armonia. Un gregge non è incompatibile con la presenza di una realtà tecnologicamente d’avanguardia, anzi può rivelarsi addirittura utile”.
Dall’altra parte dell’oceano invece, Google è “costretta” ad assumere un gregge più piccolo di capre (circa 200) che falceranno il prato aziendale. Si parla di costrizione a causa di una legge Californiana che obbliga alla rasatura stagionale dei prati per la prevenzione degli incendi, in questo caso però le capre non avranno un contratto indeterminato ma soltanto stagionale, poichè sono affittate, ed a fine lavoro dovranno tornare nel loro gregge.
L’idea è eccezionale ed innovativa e si spera in un’assunzione più massiccia per combattere la crisi, e poi così si troveranno anche il prato ben concimato!