L’eolico potrebbe avvicinare pacificamente israeliani e palestinesi? Pare di si.

Muhammad Salem è un ingegnere palestinese che progetta e installa impianti eolici di piccole dimensioni per le case nei territori. Recentemente Muhammad ha stretto un’alleanza insolita, con un ingegnere israeliano, Avital Yanir, con l’obiettivo di produrre e vendere turbine eoliche sia in Israele che nei territori palestinesi.

Questi due ingegneri non condividono un background culturale comune, ma condividono un profondo interesse per l’energia eolica come qualcosa della quale possano beneficiare i loro popoli, economicamente ed ambientalmente.

“Nei territori palestinesi, il principale ostacolo per un settore in forte espansione delle energie rinnovabili, come l’eolico, è una generale mancanza di conoscenza” ha detto Muhammad. “Se parlo d’ambiente o di energia rinnovabile in Palestina, sono in motli a non capire esattamente di cosa stia parlando. Non è che non interessa a nessuno, nessuno lo sa.” ha spiregato.

Per aumentare la consapevolezza, Muhammad ha costruito un modello di portatile a casa in una via centrale di Betlemme, sua città natale, con un computer ed un piccolo frigorifero alimentato da pannelli solari ed una turbina eolica. L’obiettivo era quello di coinvolgere i passanti incuriosendoli, per dimostrare la differenza che l’energia rinnovabile potrebbe fare nella loro vita quotidiana sia come complemento per l’elettricità persa dalla rete, o per alimentare interamente le loro case rurali. “Elettricità senza denaro”, recita il banner sulla parte esterna della casa portatile che ha creato.

Muhammad e Yanir di solito tengono le loro riunioni di lavoro in un ristorante di Beit Jala, cittadina della Cisgiordania alle porte di Betlemme, un centinaio di km dalla casa Yanir, che si trov in un insediamento vicino a Nablus. Per gli imprenditori del vento israeliano, sostiene Yanir, l’ostacolo principale alla crescita sono gli ostacoli burocratici, soprattutto perché alcuni dei migliori siti per lo sfruttamento del vento sono le fortemente contestate alture del Golan. “In realtà sarebbe più facile dal lato palestinese”, ha detto Yanir. Ma c’è un altro problema, vendere in paesi ostili ad Israele. Questa joint venture renderà più facile vendere le turbine che saranno prodotte nei territori palestinesi e non in Israele.

Israele è un leader emergente nel campo delle tecnologie pulite, ma ha investito meno nella tecnologia eolica rispetto alle altre fonti di energia rinnovabile, in quanto il potenziale di energia eolica in Israele è piuttosto limitata, secondo gli esperti. Secondo il ministero israeliano delle Infrastrutture Nazionali, Israele e la Cisgiordania potrebbero alla fine contare sul vento, per un massimo del 5 per cento dell’energia totale, anche se questa stima non include il potenziale off-shore. “Siamo stati benedetti con vento, ma in luoghi molto isolati. Siamo più benedetti dal sole di vento. Non che gli sforzi dell’energia eolica non stiano crescendo, hanno solo una crescita molto più lenta in Israele delle biomasse e dell’energia solare”, ha detto un ricercatore del ministero. Israele mira a trarre il 10 per cento della sua energia da fonti rinnovabili entro il 2020, e che la legislazione è stata modificata per facilitare la strada per l’installazione delle turbine eoliche.

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