Una nuova mappa satellitare per rilevare la quantità di polveri sottili nell’aria

Circa l’80% delle popolazione di tutto il mondo, che si trova nella zona geografica compresa tra il deserto del Sahara e l’estremo Oriente , deve respirare un’aria con un altissimo livello di polveri sottili.

Stiamo parlando, infatti, di una quota di polveri che supera i 10 microgrammi per metro cubo, che il limite massimo imposto dall’Organizzazione mondiale della sanità.
E’ quanto sostenuto in un recentissimo studio, che ha prodotto la creazione della mappa globale del particolato fine PM2,5, con diametro cioè che non può superare il livello di 2,5 µm (un quarto di centesimo di millimetro): è una soglia che può nuocere in modo particolarmente grave alla salute, dato che è capace di penetrare profondamente nei polmoni, soprattutto nel momento in cui si respira con la bocca.
In un gran numero di paesi in via di sviluppo, l’assenza totale di stazioni di superficie che possano rilevare e misurare la qualità dell’aria, non consente di fare una stima precisa riferibile all’inquinamento atmosferico.
Per ovviare a questa lacuna, gli esperti puntano sui satelliti, anche se spesso il loro utilizzo, per la lontananza soprattutto, non consente rilevazioni molto precise.
Grazie alla mappa di cui abbiamo parlato prima, però, si intravede un nuovo orizzonte nella ricerca per combattere le polveri sottili.

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