Il sole si sta svegliando e potrebbe anche far danni

Era il 7 giugno, quando Michael Hesse, scienziato che studia il sole venne svegliato dall’aviso che una navicella spaziale della NASA aveva visto un lampo di raggi X uscire fuori da una macchia solare. Lo scoppio è stato un brillamento solare, ed uno particolarmente grande, ha commentato Hesse più tardi.

Hesse ha riunito il suo team al Goddard Space Flight Center di Greenbelt, dove è capo del Laboratorio di meteorologia spaziale, dove ha raccolto e studiato gli ultimi dati provenienti dai quattro satelliti che continuano a fissare sole per noi.

Il sole è stato tranquillo per anni, al nadir del suo ciclo di attività. Ma da febbraio, la nostra stella ha cominciato sputare fiammate e plasma come un drago arrabbiato. È compito di Hesse studiare queste eruzioni, se una queste grandi eruzioni si dirigesse verso di noi, Hesse è uno degli studiosi che avviserebbero l’industria elettrica per cercare di tamponare gli effetti dche avrebbe la tempesta geomagnetica sulle reti di distribuzione elettrica.

Alle 7:49 Hesse ha ottenuto la sua risposta in un diagramma che traccia il percorso previsto dall’enorme arco di plasma – gas caldo – che sfreccia attraverso il sistema solare interno. Solo la coda del pennacchio lambirà la Terra, il 9 giugno. Allo stesso modo, un video dell’eruzione catturata dal Solar Dynamics Observatory della NASA ha mostrato un enorme pennacchio spruzzato dal sole, questa fiammata solare non sarebbe stata una delle maggiori. Il più grande brillamento solare mai visto, è stato osservato nel 1859, il 1 settembre, testimoniata dall’astronomo inglese Richard Carrington. Tracciando le caratteristiche della superficie del sole, proiettate tramite telescopio su carta, Carrington ha visto un lampo improvviso emergere da una macchia scura. Sebbene le macchie solari avessero scatenato la curiosità per secoli – Galileo le ha osservate già nei primi anni del 1600 – Carrington non aveva idea di cosa potesse significare quel flash. Lo scoprirono entro poche ore, gli operatori dei telegrafi. Le lunghe reti di filo, che connettevano città e paesi, funzionarono come antenne raccolgiendo questa grande ondata di energia solare che arrivò a riscaldare talmente i trasmettitori, che in molti scoppiarono in fiamme. Gli osservatori di Miami e L’Avana testimoniarono, a bocca aperta verso il cielo, delle inquietanti visualizzazioni verdi e gialle, che non erano altro che un’aurora boreale spinto all’estremo sud.

Quello che è stato definito un “evento Carrington” potrebbe anche accadere un giorno, ma la nostra civiltà cablata subirà perdite di gran lunga maggiori di quelle registrate nel 1859. Le comunicazioni via satellite finiranno fuori uso, le transazioni finanziarie, quelle in tempo reale e ogni trasmissione via satellite fallirà, causando ingenti perdite.Il sistema GPS sarà malfunzionante e gli astronauti sulla stazione spaziale si pigieranno in un modulo schermato, come hanno già fatto per tre volte negli ultimi dieci anni a causa di “eventi meteorologi spaziali”, il termine scientifico per tutte queste attività del sole. I voli sopra il Polo Nord, dovranno essere deviati, come lo sono stati nel mese di aprile, durante una debole tempesta solare che è costata alle compagnie aeree 100.000 dollari. Gli oleodotti, soprattutto in Alaska e in Canada, soffriranno la corrosione e, come loro, tutte le linee elettriche, per condurre l’energia elettricà della tempesta solare.

L’impatto maggiore sarà soprattutto su quella moderna meraviglia conosciuta come la rete elettrica. E gli esperti avvertono che la rete elettrica non è pronto a sopportare un evento del genere. Nel 2008, la National Academy of Sciences ha affermato che un 1859 potrebbe arivae a mettere fuori combattimento le reti degli Stati Uniti (soprattutto di alcune regioni come quelle del nord, quelle della costa atlantica e del nord-ovest) per mesi, se non addirittura per anni. Un rapporto di John Kappenmann stima che circa 135 milioni di americani sarebbero costretti a tornare ad uno stile di vitapre-elettrico o sarebbero costretti a spostarsi. Ma ci sarebbero anche altri problemi, i sistemi idrici si bloccherebero, il cibo si guasterebbe, gli ospedali avrebbero seri problemi e migliaia di persone potrebbero morire. Il costo finanziario di un evento del genere si stima fino a 2 trilioni di dollari, pari ad un settimo annuale del prodotto interno lordo degli Stati Uniti. Qualche agenzia sostiene di stare studiando il problema, con un occhio verso la comprensione su come proteggere la rete, magari spegnendone delle sezioni nel corso lungo la tempesta solare. I loro sforzi sono motivati, in parte, dalle esplosioni sempre più frequenti del sole. Ogni 11 a 12 anni, l’attività del sole aumenta. Dopo una stagione tranquilla, il sole si sta risvegliando e comincia sputare nuovamente razzi di plasma, con attività il cui picco è previsto nel 2013 e nel 2014, ha dichiarato Dean Pesnell , uno scienziato al Goddard solare.

“Il sole non è politico, non ascolta la diplomazia e le sanzioni quando le buone non funzionano”, ha detto Peter Huessy, studioso di analisi geostrategiche. Huessy vorrebbe che il Congresso emanari norme per costringere le società elettriche a proteggere meglio la rete elettrica. “Il sole ha il suo orologio. E noi non sappiamo cosa segni questo orologio, tranne che per una volta ogni cento anni o giù di lì, ha un infarto ed il sole prende a comportarsi in modo strano”.

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