Cgia di Mestre: lo Stato ha incassato 3,8 miliardi di euro in più grazie al caro-benzina

Da uno studio della Cgia di Mestre, arrivano inquietanti previsioni che riguardano il settore dei carburanti. In particolar modo, come al solito, a farne le spese di questi aumenti incontrollati dei prezzi alla pompa, saranno i consumatori. In base a quest’indagine appunto, proprio per via di questa crescita sproporzionata dei prezzi, l’erario italiano, tra Iva e accise, nel giro di quattro anni, ha riscosso circa 3,8 miliardi di euro in più.

Questo è stato possibile per la maggior incidenze dell’Iva e delle accise sul prezzo alla pompa: proprio per questo motivo il Cgia di Mestre chiede a gran voce al Governo di ridare ai cittadini questi soldi.
Il periodo di analisi è compreso tra gennaio 2006 e aprile 2010: la crescita dei prezzi alla pompa dei carburanti ha permesso allo Stato di ottenere entrate aggiuntive per una somma pari a 2,7 miliardi di euro, per quanto riguarda la maggiore Iva riscossa, e 1,1 miliardi di euro, per quanto concerne l’importo superiore delle accise.
Un “tesoretto” stimato in 3,8 miliardi di euro.

Il Cgia di Mestre, per ottenere questi dati, ha preso in considerazione i prezzi medi attuati alla pompa nel 2005: da questa somma ha aggiunto i rialzi di prezzo avvenuti negli ultimi quattro anni, in tal modo si è potuto arrivare anche all’importo delle entrate “extra” dello Stato.

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