Come il petrolio lascerà il posto al gas entro il 2050

Scenari rosei, energicamente parlando, quelli descritti dall’Unione Petrolifera sul futuro dell’Italia.Secondo lo studio dell’UP nel Bel Paese ci sarà più gas e meno petrolio nell’intervallo di tempo che va dall’anno corrente al 2025.

Secondo sempre la stessa unione questo passaggio consentirebbe di passare da 177,5 milioni di Tep di quest’anno fino ad arrivare nel 2025, a 195,5 .Proprio i diretti interessati, ovvero i petrolieri, hanno previsto un calo del peso del petrolio dal 40% al 37% entro il 2015 fino ad arrivare al 34% nel 2025. Contestualmente ci sarà la flessione del gas che raggiungerà il picco del 40% dle fabbisogno energetico nazionale.

La restante parte del fabbisogno sarebbe poi ricoperta da un settore che, per quanto riconosciuto a livello  europeo è in forte crescita in Italia, quale è quello delle rinnovabili che partendo dall’attuale 10% del fabbisogno riuscirebbero a raggiungere addirittura il 14% del fabbisogno nazionale.

Partendo da questi presupposti ci sarà un conseguente cambiamento dei consumi dei derivati del petrolio, ovvero i carburanti che si sposteranno sempre più verso il gasolio che rosicchierà terreno sulla benzina passando al 52% sulla benzina. In questo modo sarà possibile ottenere una sostanziale riduzione delle emissioni di CO2  che però vista la crescita tecnologica avutasi nell’ultimo ventennio sarà ancora maggiore del 3% rispetto al 1990, anno di certo in cui gli agenti inquinanti erano certamente minori.

Ottimo risultato quindi per l’Italia che ha già ricevuto numerosi attestati di stima come la statistica secondo la quale l’installazione di fotovoltaico in Italia è ai primi posti al di sopra anche dell’ecologista Germania. Passi in avanti per un paese che solo qualche mese fa tremava di fronte all’eventualità di un ritorno al nucleare scongiurato dal plebiscito referendario.

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