Google vince il premio “Azienda Green” di Greenpeace

Stando alla lista stilata da Greenpeace, quest’anno è Google l’azienda mondiale più eco compatibile e con minor impatto ambientale. Abbiamo già visto come ha risolto il problema prati assumendo delle simpatiche caprette, ma è impegnata su più fronti per ridurre al minimo i consumi energetici e l’inquinamento. Arrivati alla loro quinta edizione, i guerrieri di Greenpeace valutano le 21 aziende dell’ IT (Information Technology n.d.r.) basandosi su 3 criteri fondamentali, ossia: Soluzioni per ridurre impatto energetico, politiche d’efficienza e promozione fonti rinnovabili. Ed è proprio grazie a questi criteri che Google si è presa con prepotenza la testa della classifica, premiata per il sostegno e la salvaguardia dell’ambienta e per l’utilizzo e la promozione di fonti rinnovabili come eolico e solare, ma soprattutto per l’appoggio alla politica europea di innalzamento dei target sulla riduzione dei gas serra del 20-30% entro il 2020.

Ma qualcosa salta subito all’occhio osservando la classifica, infatti le 2 aziende più conosciute al mondo, colossi come Apple e Facebook non appaiono per niente nella lista. I motivi sono semplici, infatti la Apple al momento sembra non abbia intenzione di prodigarsi ed investire su fonti rinnovabili, tranne che per l’impianto di server che sarà alimentato da pannelli fotovoltaici, mentre per quanto riguarda Facebook, è stato solo un piccolo ritardo che non ha permesso all’azienda di Zuckerberg di entrare nella lista, infatti il colosso dei social network ha attuato le sue nuove politiche green solo dopo la campagna di Greenpeace, inoltre Facebook grazie alla sua partnership con Opower, permetterà agli utenti di di valutare analiticamente i propri consumi energetici.

Ritornando alla lista, assieme a Google ci sono la Cisco e la Dell che sono riuscite a rendere più efficienti le aziende utilizzando il 20% di energie rinnovabili. Dopo il disastro di Fukushima, anche la Softbank, azienda Giapponese di telecomunicazioni, ci ha dato un taglio con il nucleare iniziando ad utilizzare fonti rinnovabili. I fanalini di coda della lista sono le aziende di telefonia Nec, Telefonica e Tcs che si sono quasi rifiutate di investire in fonti alternative. Le aziende dell’ IT occupano un posto cruciale e potrebbero fare da apripista per il cambiamento, anche per quanto riguarda le piccole aziende, infatti si stima che al momento il 2% dell’energia totale utilizzata negli States è impiegata da queste aziende destinata ad incrementare del 12% all’anno. Dunque il cambiamento deve avvenire per cercare di limitare i danni.

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