• Home
  • Info
  • Links
Gestire i rifiuti in maniera corretta
Matrol-Bi, il biolubrificante per limitare l’inquinamento
BMW i3 per la Polizia di Stato durante l’EXPO 2015
Life Paint, la vernice spray per illuminare la bici
Efficienza energetica: 120 milioni in arrivo
  • Acqua oro blu
  • Conto Energia
  • Energia
    • Energia da Biomassa
    • Energia da Solare Termodinamico
    • Energia dai moti ondosi
    • Energia Eolica
    • Energia Fotovoltaica
    • Energia Geotermica
    • Energia Idroelettrica
    • Energia Maremotrice
    • Energia Nucleare
    • Energia Solare
  • Petrolio e Combustibili
  • Riciclo
  • Trasporti eco-efficienti

Pestalotiopsis microspora, il fungo mangiaplastica

08 Feb 2012
Federico C
Ecologia e rifiuti, Riciclo

Abbiamo parlato poco tempo fa della grandissima isola galleggiante completamente formata di plastica, e delle difficoltà incontrate per smaltirla.

Oggi forse, grazie alla ricerca di alcuni studenti, siamo arrivati ad una svolta cruciale per quanto riguarda lo smaltimento delle materie plastiche, che ad oggi è stata sempre la più difficile da smaltire. Tutto ah inizio nel 2008 quando un gruppo ristrettissimo di studenti di Yale guidati dal prof. di biochimica molecolare Scott Strobel, inviati in un viaggio studio nella foresta pluviale Ecuadoregna, dove ogni anno l’ Università invia i ragazzi per iniziare a farsi le ossa sul campo. Inizialmente la spedizione sembrava come tutte le altre, senza particolari scoperte o riscontri degni di nota, è solo durante il ritorno, che due degli studenti più brillanti hanno notato qualcosa di strano.

Il primo è stato Pria Anand, che ritornando al campo base, ha notato che il suo campione di microfunghi, aveva in parte sciolto ed in parte deformato i contenitori di plastica dove erano riposti, in seguito, ritornati al campo, il suo compagno Jonathan Russel, con uno studio più attento è stato capace di isolare l’enzima utilizzato dal fungo per sciogliere la plastica, portando sotto i riflettori una delle scoperte più sbalorditive degli ultimi anni. Lo studio dei 2 ragazzi ha dimostrato che il fungo è in grado di nutrirsi unicamente di plastica e derivati, in ambiente anaerobico (ossia senza ossigeno n.d.r.), condizione ottimale per quanto riguarda lo smaltimento della plastica direttamente sui fondi delle discariche.

La rivista  Applied and Environmental Microbiology ha affermato che il fungo potrebbe essere utilizzato massicciamente nelle missioni di Biorisanamento, ossia il processo di depurazione di suolo ed acque solo ad opera di microrganismi, spore o funghi. Adesso si attendono solo i primi test su vasta scala per studiare l’effettiva efficienza del fungo in situazioni di abbondanti quantità di plastica, si spera solo che non faccia indigestione e che non soffra di flatulenza…

Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille!

Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.
ambiente, biomassa, discariche, inquinamento, riciclaggio plastica, Riciclo, rifiuti, rinnovabili, sostenibile, sostenibilità



Commenti



Articoli collegati

  • Clini, fondi Ue solo per la raccolta differenziata ed inceneritoriClini, fondi Ue solo per la raccolta differenziata ed inceneritori
  • Riciclo: parte a Roma l’iniziativa “Dona un farmaco a chi ne ha bisogno”Riciclo: parte a Roma l’iniziativa “Dona un farmaco a chi ne ha bisogno”
  • Rinnovabili in fieraRinnovabili in fiera
  • Bene il collaudo del biostabilizzatore a BariBene il collaudo del biostabilizzatore a Bari
  • Motor Show: la mobilità ad impatto zero è possibile con EnelMotor Show: la mobilità ad impatto zero è possibile con Enel
About the Author

Facebook