Dossier Antinucleare: ma il nucleare quanto ci costa?

Strano ma vero,  a quanto pare l’Italia dovrà sborsare ben 12 miliardi di euro per poter sopperire alle spese di un nucleare che ancora non ha ma che bensì  aveva e che, dopo circa 23 anni, ancora grava sulle tasche di noi contribuenti che dovremo pagare lo stoccaggio delle scorie radioattive prodotte molti anni addietro.

Tale sconcertante aspetto viene messo in luce dal dossier pubblicato dai Verdi e presentato nei giorni scorsi durante un’azione di protesta volta a frenare l’espansione del nucleare.

All’interno del dossier numerosi sono i dati contenuti, tra cui anche la prossima sede di stoccaggio atta a conservare le tanto famose scorie che nessuno vuole conservare, ovviamente, nel proprio giardino di casa!

A quanto pare la zona presescelta dovrebbe essere, ancora una volta,  la zona del Garigliano tra Latina e Caserta, che già sembra essere stata denominata “la piccola Chernobyl”.

Secondo il Dossier dei Verdi,  dal momento in cui si sono chiuse le ultime centrali nucleari ad oggi,  i cittadini hanno dovuto pagare una cifra complessiva che si aggira sui 13 miliardi si euro,  e il dato sembra essere ancora più sconcertante se si pensa che nonostante il trascorrere di moltissimi anni,  in Italia sono presenti ancora più di 90.000 metri cubi di scorie   tra scarti di lavorazione e terza categoria contenente  combustibile irraggiato e scorie di riprocessamento,  dei quali circa 25.000 sono attuali  mentre più di 65.000 provenienti dalle centrali in dismissione.

Ma sembra che il peggio non sia finito qui,  in quanto a questo numero già ingestibile di suo  vanno aggiunti 1.000 metri cubi di scorie provenienti da usi medici e industriali,  in questo modo volendo fare una stma pprossimativa si può dire che in Italia avremo rifiuti ad alta tensione nucleare per almeno 250.000 anni,  escluso il quantitativo che verrà prodotto una volta rimesse in sesto le centrali.

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