Anche le Montagne Rocciose hanno meno ghiaccio

Un nuovo studio mostra che il manto nevoso attraverso le Montagne Rocciose del Nord America si è ridotto molto più rapidamente negli ultimi 50 anni che nei precedenti 800.

Il deflusso d’acqua da quegli strati di neve alimenta i fiumi che forniscono acqua a più di 70 milioni di persone. Per questo motivo si sta sollevando la preoccupazione che il manto nevoso in declino porterà alla scarsità di acqua nella parte occidentale del Nord America, ha riportato lo studio pubblicato su Science Express.

“Il manto nevoso dipende dalle precipitazioni, ma dipende anche dalla temperatura,” ha dichiarato Brian Luckman, professore di geografia alla University of Western Ontario, co-autore dello studio. “Quello che riteniamo stia accadendo è che siamo in una fase di riscaldamento delle temperature primaverili. La primavera arriva prima, così quelle grandi precipitazioni nevose che erano solite capitare in aprile-maggio alzando il manto nevoso al termine della stagione, sono ora pioggia.” Pioggia che, a sua volta, corre via troppo in fretta per alimentare i corsi d’acqua come il fiume Bow Alberta attraverso i mesi estivi.

Poiché per i record climatici bisogna tornare indietro di circa 50 anni, lo studio, condotto da Gregory Pederson presso l’US Geological Survey del Nord Rocky Mountain Science Center, ha ricostruito il clima degli ultimi otto secoli dagli anelli degli alberi. Gli anelli sono più larghi o stretti a seconda di quanto bene gli alberi siano cresciuti in un anno particolare, che a sua volta dipende dalle precipitazioni. Se c’era un pesante manto nevoso l’inverno precedente, larici e cicuta, che si trovano ad altitudini elevate, non crescono più in estate. Ma il douglas, che si trova ad altitudini più basse, cresce meglio perché più acqua è disponibile.

In aggiunta al recente declino manto nevoso, lo studio ha mostrato una pausa in un secolare modello caratterizzato da forti nevicate nelle Montagne Rocciose del nord e da minori nevicate sulle Montagne Rocciose del sud. In alcuni anni, era vero il contrario e negli ultimi 30 anni, il minor innevamento è successo contemporaneamente sia nel versante nord che in quello sud.

I risultati dello studio suggeriscono che la temperatura abbia recentemente visto una maggiore quantità di precipitazioni piovose rispetto a quelle nevose. Tuttavia Luckman sostiene che i modelli climatici prevedono ci sarà un aumento temporaneo di neve nelle Montagne Rocciose nel prossimo decennio o due, seguito da un declino delle riserve a lungo termine. “Finiremo ad avere un flusso minore di acqua in estate e, ovviamente, qui in Canada che il flusso d’acqua estiva è quello che viene impiegato per l’irrigazione”, ha ricordato. “Quindi il messaggio più importante dello studio è che non saremo in grado più di ottenere acqua per un periodo di tempo prolungato. Arriveremo ad una carenza di acqua e quindi è importante iniziare a regolare l’uso di acqua”.

Robert Sandford, presidente di un gruppo che collega i politici con la ricerca scientifica sull’acqua, ha detto che lo studio mostra il manto nevoso in declino ed è un fattore che si aggiungerà al graduale declino dei deflussi idrici che sono già in atto in alcuni dei corsi d’acqua più importanti del Canada. “Ciò che è veramente critico al riguardo è che dimostra quanto i cambiamenti di temperatura siano legati all’attività umana. I cambiamenti climatici e la variabilità naturale, potrebbero avere un impatto drammatico sulla quantità d’acqua a disposizione nella parte occidentale del Nord America. Attualmente non stiamo prendendo la gestione delle acque sul serio come la scienza indica che si dovrebbe fare.” Sandford sostiene che le province e gli stati che hanno già stanziato tutta la loro acqua esistente dovrebbero pensare allo sviluppo di azioni di conservazione dell’acqua ed a nuove strategie per assicurare un uso più razionale dell’acqua in futuro.

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