Energia dai rifiuti con Ecobot III

Il mondo delle rinnovabili non è fatto solo di energia eolica, geotermica o fotovoltaica che sono ma anche di energia ricavata dalle fonti più disparate come possono essere ad esempio i rifiuti. La novità arriva dall’Inghilterra e si chiama Ecobot e si tratta di un robot capace di produrre elettricità dai rifiuti.

Il nome lascia intuire che si tratti chiaramente di un robot ecologico che mangia i rifiuti, gli scarti e gli escrementi e da questi produce energia elettrica, un idea che di per sè sembra semplice ma che potrà rivoluzionare il modo di intendere i rifiuti, il riciclo e le fonti rinnovabili. Esteticamente l’Ecobot si presenta come un cassonetto dei rifiuti comuni ma presenta una sorta di stomaco al suoi interno che è costituito da delle celle che entrano in funzione quando vengono inseriti al suo interno i rifiuti.

Il nuovo Ecobot, denominato Ecobot III realizzato nella città di Bristol è stato utilizzato per sperimentare all’interno delle fogne della città. La sperimentazione ha mostrato come il robot sia capace di produrre energia attraverso tutti i materiali che vengono recuperati nel sistema fognario. Nel nostro paese invece questo stesso sistema potrebbe essere utilizzato al fine risolvere seppur in parte il problema dei rifiuti producendo energia dalla carta, dalla plastica e persino dai rifiuti organici, senza contare che potrebbe produrre energia anche dai rifiuti organici che normalmente si producono in grandi quantità nei giardini come piante e foglie che vengono gettate via.

Produrre in questo modo energia dai rifiuti anche organici è un espediente che potrà interessare anche la NASA che sembra intenzionata a voler risolvere il problema non trascurabile degli astronauti i cui escrementi oltre che non vagare nello spazio potrebbero, a vantaggio, produrre energia per alimentare la stazione spaziale. Naturalmente trattandosi di una fase ancora sperimentale sembra ancora lontano il momento in cui l’innovazione potrà essere accessibile a livello domestico.

Uno dei problemi da riuscire a superare è però quello di minimizzare l’energia necessaria ad utilizzarlo poichè ancora non riesce a smaltire il tutto producendo una quantità di energia che consenta di autosostenersi, un dettaglio che  però non ferma il progetto che anzi sprona i ricercatori a superarlo affinchè il progetto entri a far parte della realtà quotidiana. Il progetto è infatti in espansione perchè si pensa, una volta riusciti a renderli autosufficienti, di fornirgli braccia e gambe affinchè possano diventare come dei maggiordomi domestici automatizzati che possano essere alimentati con ogni tipo di rifiuto prodotto in casa.

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