Energia: l’eolico italiano rappresenta il 4,2%

L’incidenza che ha l’energia eolica sulla produzione di elettricità resta in Italia ancora piuttosto bassa, secondo i dati pubblicati dall’Associazione europea energia del vento (Ewea).

Nonostante che il nostro paese abbia incassato l’anno scorso il quarto posto per nuove installazioni realizzate, scivola al dodicesimo posto quando si considera il tasso di penetrazione di questa energia verde nella rete elettrica.

I parchi eolici italiani forniscono il 4,2% del consumo nazionale totale. Ben lontana appare la realtà danese dove l’energia prodotta dal vento assicura il 25,9% dei consumi elettrici. Seguono la Spagna, 15,9%, il Portogallo, 15,6%, l’ Irlanda, 12%, la Germania, 10,6%.

Questa classifica, così diversa da quella relativa alla potenza eolica globale prodotta in ogni paese dell’Unione europea, che vede la Germania come prima della classe, permette di capire qual è la reale incidenza dell’eolico nel panorama energetico dei 27. Globalmente nel 2011 204 TWh di elettricità sono stati forniti dai parchi eolici, un quantitativo in grado di coprire il 6,3% del consumo lordo finale dell’Unione europea.

Oltre all’eolico è arrivato il mini-eolico che è una nuova tecnologia che coadiuva questa fonte rinnovabile, con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento nel mercato italiano degli impianti da fonti ecosostenibili dedicati prevalentemente ad aziende, ma anche a condomini e alla pubblica amministrazione.

Con la tecnologia mini-eolica, che ha un impatto ambientale limitato in virtù delle ridotte dimensioni degli aerogeneratori, nelle zone discretamente ventose, con medie annue di velocità superiori a 5,5 m/s, per ogni kWp installato, si può ottenere una produzione annua di 1.800-2.200 kWh, fino a 2.500 kWh, senza alcun consumo di combustibile e senza l’emissione di CO2 in atmosfera.

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