Quanti dinosauri morti servono per ottenere un barile di petrolio?

La risposta a questa domanda non può essere seria, e anche la domanda stessa non è poi così intelligente. Ma provoca comunque un moto di pensiero. Se il petrolio è davvero il risultato di materia organica compressa, lavorata dai batteri, e risputata dalle viscere delle terra, allora quanti dinosauri servono per ottenere un barile di petrolio?

Perlomeno, per ciò che riguarda il carbone, sappiamo come sono veramente andate le cose. C’è perfino un epoca geologica chiamata carbonifero! Elementi di origine organica esistono tra gli asteroidi e le comete: ciò vuol forse dire che si tratta di materiali venuti fuori da processi viventi? Su Marte esiste del metano, ciò vuol forse dire che abbiamo trovato la prova conclusiva dell’esistenza di vita su Marte?

Certo che no. Anzi, abbiamo trovato una spiegazione perfettamente plausibile, che riguarda processi inorganici. L’errore qui è il seguente. Il carbonio è alla base della vita. Perciò gran parte delle molecole contenenti carbonio sono organiche. Essendo organiche devono avere avuto la loro origine in qualche processo biologico. Falso. Il carbonio è uno dei tanti elementi sparsi nell’immenso universo. Molecole organiche possono esistere anche nella più lontana nebulosa.

E dire che sono un chiaro segno dell’esistenza di vita in quella nebulosa è infantile: la vita sulla Terra si basa sul carbonio, la vita in quella nebulosa potrebbe essere basata sul silicio. In conclusione possiamo dire che la risposta alla domanda che costituisce il titolo stesso di questo articolo non esiste. Ciò non vuol certo dire che: ah, adesso possiamo rilassarci, tanto il mantello terrestre è zeppo di petrolio abiogenico. No, dobbiamo comunque farla finita prima possibile: possibilmente prima ancora di arrivare al Peak Oil.

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