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La marea nera della BP continua a fare danni

29 Dic 2011
Daniela F
Ecologia e rifiuti, Petrolio e Combustibili

I giornali statunitensi hanno riportato ulteriori notizie di nuovi problemi di impatto ambientale causati dalla fuoriuscita di petrolio che ha avuto luogo durante la scorsa estate dalla piattaforma Deepwater Horizon. Secondo uno studio pubblicato dalla National Oceanic and Atmospheric Administration per nove settimane sono bruciate chiazze di petrolio sulla superficie del Golfo del Messico a seguito della fuoriuscita di greggio causato dalla BP. Si stima che le perdite di fuliggine in atmosfera siano circa 1 milione di tonnellate, secondo questo studio del NOAA.

Sembra che siano state effettuate una serie di combustioni al fine di ridurre le dimensioni delle masse di greggio e sostanze galleggianti per minimizzare la quantità di petrolio che possa  raggiungere la costa del Golfo e cercare di preservare i sistemi di zone umide.

Uno studio, che è stato co-realizzato da ricercatori dell’Istituto Cooperativo di Ricerca in Scienze Ambientali a Boulder, in Colorado, ha rilevato nei pennacchi di fumo prodotti dalle combustioni del petrolio, una quantità di carbonio pari alle emissioni totali di carbonio nero che di solito vengono rilasciate da tutti le navi che percorrono il Golfo del Messico durante lo stesso periodo di nove settimane.

Il carbonio nero, del quale il principale componente è definito fuliggine, è tra le particelle che assorbono maggiormente la luce nell’atmosfera. Questo nuovo studio, pubblicato online nella rivista Geophysical Research Letter, fornisce alcune delle osservazioni più dettagliate di nerofumo prodotto dalla combustione di olio sulla superficie oceanica e rilasciato in atmosfera.

BP, deepwater horizon, disastro del Golfo



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