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L’oceano di plastica: ecco la vergogna del Settimo Continente

06 Set 2010
Emanuela M
Riciclo

Esistono problematiche sottaciute dai Governi di tutti il mondo, tematiche compromettenti  specchio di una società malata e contraffatta, e  tra queste molto spesso si ripresentano quelle di natura ambientale, come la marea nera in continua espansione nel Golfo del Messico, come la mancata neutralizzazione delle scorie nucleari italiane e come l’incredibile caso del “ Settimo Continente”.

Ma facciamo un passo indietro e vediamo di cosa si tratta.

Il problema fu sollevato circa 17 anni fa in seguito ad alcuni scatti pubblicati da Greenpeace Svizzera, foto nella quale si ritraeva un pulcino di Albatros nel cui stomaco non c’era nient’altro che plastica!

Da qui una serie di studi e ricerche sulla causa del problema, fino alla scoperta tutt’altro che sottovalutabile: una gigantesca discarica galleggiante formatasi al largo delle Hawaii minacciava l’ecosistema dell’isola.

Ma, aspetto ancora più inquietante, è che il fenomeno non sembra essersi arginato, ma bensì ha aumentato le sue proporzioni tanto che c’è chi chiama l’enorme discarica marina “Il Settimo Continente”.

Ci si è chiesti da dove provenisse quell’accumulo di rifiuti tanto spropositato, e la causa sembra essere stata riferita alle varie correnti oceaniche e ai venti che hanno favorito l’accumulo di materiali non biodegradabili gettati nelle acque dall’uomo, che, in decine di anni hanno pian piano formato una vera e propria isola galleggiante.

Il luogo in questione sotto è situato ad 800 miglia marittime a nord delle Hawaii e sembra espandersi su una superficie ampia due volte lo stato del Texas, dimensione cresciuta del doppio in solo 10 anni e, ahinoi, destinata a crescere ancora.

Una vergogna questa, sottaciuta da stampa e governi, un vero e proprio disonore che dimostra l’oramai avvenuta deriva dell’uomo moderno.

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rifiuti, settimo continente



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