L’energia pulita arriva da porte girevoli in mare

Rauno Koivusaari, tuffatore finlandese, ha avuto un’idea geniale per sfruttare il moto ondoso e creare energia pulita: posizionare in mare una sorta di porta girevole di 20 tonnellate ad una profondità tra i 6 e i 23 metri. Il Wave Roller, questo il nome ufficiale della porta girevole, basculando sotto l’azione delle onde, aziona in questo modo un sistema idraulico che trasforma l’energia cinetica in energia elettrica.

Ogni porta posizionata sotto il livello del mare è in grado di produrre 300 chilowatt, e collegata in serie di tre arriva a una capacità di quasi un megawatt.

Koivusaari sta sviluppando il progetto insieme alla sua società da più di 15 anni, e ad oggi la AW-Energy ha posizionato un modello-pilota al largo del Portogallo.

Il WaveRoller funziona sfruttando il fatto che il modo ondoso, avvicinandosi alla costa, prima che si rompa la cresta dell’onda e formi il classico «cavallone», sotto la superficie marina crea un moto ellittico, muovendo le particelle d’acqua. Questo movimento di andata e di ritorno è proprio quello che sfruttano le porte basculanti intorno a un perno per funzionare in entrambi i sensi.

Fonte: Corriere.it

2 Comments

  1. PICCININI RAOUL

    YES WE CAN – Spesso ci si dimentica dei sistemi che utilizzano il “moto ondoso”, anche perché l’Italia, (da questo punto di vista), ha la superficie maggiore a livello Europeo, anche se d’intensità ritenuta modesta. Fra le tecnologie più citate, ho a titolo d’esempio inserito due sistemi abbastanza rappresentativi, Pelamis e il Wave Dragon. Il Pelamis, il Wave Dragon, il Wave Roller, rappresentano, (anche loro), il corretto sistema per garantire alle tecnologie migliori di non emergere, sia in relazione al loro gigantismo, (rispetto al pugno di kW prodotti), sia in relazione alle errate affermazioni degli stessi tecnici e progettisti, che hanno pensato tali sistemi. È significativo che l’Eolico sia il loro sistema, (per produttività), di riferimento, ma l’affermare, sempre da parte loro, che ci vorranno ancora decine d’anni per competere in pratica con queste tecnologie Eoliche, francamente da veramente l’idea di una tecnologia, oltre che non matura, di un qualcosa che non ha sbocchi futuri, sia a breve che medio termine. Il mio punto di vista è totalmente discordante con le stesse affermazioni dei progettisti del nord Europa, quindi oltre che critico nei loro confronti, penso anche ad essere propositivo e vorrei far presente che una tecnologia come la nucleare, (prescindendo da tutte le problematiche), in relazione alla superficie occupata ed alle prestazioni dei reattori da 1 GW istantaneo, (per capirci un reattore sviluppa, – in linea teorico/pratica al 100% del suo funzionamento, 24 GW giornalieri), è l’unica tecnologia contro la quale nessun sistema di produzione energetico da fonte rinnovabile, (tantomeno i generatori Eolici sia su terra che off-shore), può competere, ma verso la quale ci si deve confrontare per avere sistemi che giustifichino la loro applicazione in mare, nel rispetto della conservazione naturale e per l’abbattimento della CO2. Penso che sul fatto di applicare una tecnologia altamente produttiva e rispettosa si possa essere tutti d’accordo, perciò, dato che il progetto esiste per competere in ambito di produttività col nucleare e che può essere ottimizzato nella sua applicazione in ragione dei siti d’installazione e loro moto ondoso presente, direi che è il momento di appoggiare tecnologie innovative e realmente performanti. Il progetto è ITALIANO e si chiama “TRITON”, è sviluppato per essere applicato in siti in cui la presenza del “MOTO ONDOSO” va da poche decine di centimetri, fino allo sfruttamento di onde anche di 15-20-30 metri, può resistere a Tzunami o Onde Anomale; questo consente lo sfruttamento totale del moto ondoso, anche in considerazione che in ambienti oceanici, siti molto estremi, c’è un moto ondoso che parte normalmente da 2 a 15 metri. Le produzioni elettriche del sistema “TRITON” iniziano dall’80/90%, (ad esempio in un sito con un’altezza minima d’onda di 1 metro), ad oltre il 120%, più alta è l’onda, più aumenta la produzione; ogni unità prevede, in questo caso, dinamo/generatori da 200 kW, con un galleggiante visibile in superficie che occupa 3-4 mq, le distanza a secondo del mare/oceano in cui sono istallati, può variare fra i 5 e i 20 metri fra boe, quindi per un MW istallato bastano 5 boe poche decine di metri quadri, fino ad un massimo di 400–500 mq per 1 MW. È quindi possibile impiegare la superficie a seconda delle necessità energetiche, ed in relazione al moto ondoso, senza emissioni di CO2, radiazioni, e con bassissimo impatto ambientale, con la possibilità di produrre almeno 1 GW per chilometro quadrato, quanto un reattore nucleare da 1 GW di ultima generazione a pieno regime. Man mano i sistemi vengono istallati immediatamente producono. I metodi per produrre energia elettrica da fonte rinnovabile, “MOTO ONDOSO”, esistono, sono maturi, producono realmente e, (non devono attendere decine d’anni), sicuramente lo faranno in maggior quantità solo quando l’attenzione sarà indirizzata su tali tecnologie meritevoli d’applicazione. Saluti a tutti, Piccinini G. Raoul. E-Mail: r.piccinini@kienergy.co.kr

  2. PICCININI RAOUL

    Provate a guardare le dimensioni di questi “sportelli” e noterete un gigantismo che compete con il Pelamis, e non solo per le dimensioni, ma per l’irrisoria quantità d’energia prodotta rispetto alla costruzione. Sembra quasi che per uccidere una formica serva un “CARROARMATO”. L’imponenza assomiglia molto ad altre tecnologie che prevedono piattaforme petrolifere, ”Manchester Bobber”, per produrre con generatori la cui rotazione è prevista per la sola discesa dall’onda, mentre la risalita serve per “ricaricare” il sistema, quasi che la piattaforma che sostiene il tutto, non costasse nulla; la stessa cosa per soli 300 Kw accade qui, gigantismo e meccanica a basso rendimento. Si può sicuramente affermare, che il moto ondoso ha energia maggiore di almeno cinque volte l’aria utilizzata dall’Eolico, ed una prevedibilità migliore del fotovoltaico, e può rappresentare la “PRIMARIA FONTE ENERGETICA A LIVELLO MONDIALE”, sia in ragione dell’immensa superficie, sulla quale quasi tutti i paesi del mondo si affacciano, ma sopra ogni altra cosa il notevole rendimento meccanico. È inoltre una tecnologia considerata a torto non matura, ma ancora in fase di sperimentazione. Inoltre, sino ad ora, i dati relativi alle produzioni di alcuni anni orsono hanno dato indicazioni incoraggianti ma per competere con l’Eolico, (su 1 MW istallato, la resa Eolica è del 25%, cioè 250 Kw), ad esempio, ritenuto uno dei sistemi più performanti e verso il quale tutte le tecnologie si confrontano per le produzioni d’energia, la strada da percorrere sembrava ancora molto lunga; proprio in relazione a questi primi risultati di tecnologie che sfruttano il moto ondoso, (anche se confortanti), si utilizzano ancora oggi nei confronti e per il futuro di questa tecnologia una serie di condizionali. Oggi, però, dopo molte sperimentazioni e proposte progettuali provenienti da tutto il mondo, il sistema per la produzione dell’energia da moto ondoso è MATURO; utilizzando un nuovo progetto che sarà prodotto dalla K.I. Energy, info@kienergy.co.kr, (nuovo sistema, presentato in Corea, al “KOREA GREEN ENERGY SHOW”, di Seoul il 13 – 16 Ottobre 2009), con sede in Busan, Repubblica di Corea, città di circa sei milioni d’abitanti, fronte Oceano Pacifico, si potrà produrre per ogni Kmq o poco più di superficie marina od oceanica almeno 1 GW e più, (istantaneo per capirci, cioè pari a 24 GW giornalieri, 8.760 GW anno), pari ad una centrale nucleare con 1 reattore da 1GW in funzione al 100% per tutto l’anno che produce 8,7 TW, ma senza le controindicazioni del nucleare. Non esistono per detti sistemi controindicazioni all’istallazione, che sfrutta onde di qualsiasi altezza, che si auto livellano alle maree per sfruttare sempre e nel migliore dei modi il moto ondoso, che non hanno problemi con terremoti marini, maremoti, tzunami, tempeste, ecc., che può essere posato anche in presenza di notevoli profondità, i cui materiali di realizzazione non inquinano, e la cui manutenzione ciclica non prevede nel tempo la dismissione degli impianti, che possono invece essere ampliati a piacimento. Questa tecnologia può essere posata in mare in forma di Boe, (in Cina ne vengono usate milioni per coltivare e produrre alghe per l’alimentazione), di cui in superficie si nota appena la posizione, praticamente invisibili ad occhio nudo se istallate in oceani o in mari, come da noi, ma realizzate in relazione delle prestazioni dei siti d’istallazione, perfettamente funzionanti e produttive anche per siti di tipo Mediterraneo, dato che le prestazioni minime di produzione, in relazione al sito, partono da un minimo del 60/70% fino ad oltre il 120%. Ora la tecnologia per la produzione d’energia da moto ondoso, (le altre come quella sopra non possono competere), si pone come nuovo limite da raggiungere, (attualmente irraggiungibile da Fotovoltaico, 500/700% in più, ed Eolico, 300/400% in più), oltre all’azzeramento dell’impatto ambientale, con risvolti positivi anche per le zone di mare occupate che diventano aree di protezione per la vita e la riproduzione della fauna ittica. L’energia può essere utilizzata direttamente o immessa in rete, l’azienda non vende sistemi ma energia, come Enel ad esempio, e può essere contattata da Governi, o Società di produzione o Distribuzione. Cordiali saluti, Piccinini G. Raoul.

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