Anche il Monte Rainier ha perso il 14 per cento del suo ghiaccio.

Non solo diminuisce la quantità di ghiaccio dei poli terrestri e della Groenlandia, ma anche la quantità di nevai e ghiacciai perenni sulle grandi montagne del pianeta. Un nuovo studio è stato realizzato negli Stati Uniti conferma questo trend. I dati presentati dai ricercatori sono stati pubblicati online sulla rivista Geology.

La Geological Society of America divulga uno studio che mostra quanto sia diminuita la quantità di ghiaccio e di neve che ricopre l’americano Monte Rainer. Lo studio ha confrontato le condizioni del Monte Rainer nel corso degli anni. I risultati dello studio decretano che circa il 14 per cento del ghiaccio e della neve permanente sulla cima di Mount Rainier nello stato di Washington si è sciolto negli ultimi quattro decenni.

I ricercatori sono arrivati a questa cifra, confrontando lo spessore e la portata stimata del ghiaccio durante una rilevazione aerea del 1970 con quelli misurati nello stesso modo nel 2007 e nel 2008. in questo periodo, tutti tranne due dei 28 ghiacciai e nevai sulla montagna si sono assottigliati mentre i bordi si sono accorciati. Le eccezioni di alcune zone in cui il manto sembra ispessito dipende probabilmente solo da grandi quantità di roccia che sono franate sul ghiaccio negli ultimi anni ed hanno isolato termicamente il ghiacciaio dal riscaldamento atmosferico.

Nel complesso, il picco vulcanico statunitense ha perso ghiaccio sufficiente a coprire l’intero stato del Rhode Island, perdendo mediamente una profondità di quasi otto centimetri durante i 38 anni di intervallo tra le indagini. Il ghiaccio del Monte Rainier ed il suo innevamento si era ampliato dalla fine del 1950 fino circa al 1980, nel corso di una fase, più umida del normale, di un ciclo climatico chiamato Pacific Decadal Oscillation. I risultati dello confronto con lo stato attuale del Monte Rainer indicano che i ghiacciai sono diventati anche loro molto sensibili al riscaldamento dell’atmosfera, Tale fenomeno potrebbe continuare a crescere causando ulteriori assottigliamenti dello strato dei ghiacciai, con modeste variazioni della temperatura o stimolati dalle precipitazioni, mettono in guardia gli scienziati.

Le variazioni nette dello spessore e del volume dei ghiacciai e delle nevi perenni del Monte Rainier, Stato di Washington, sono stati mappati interamente e caratterizzati per stabilire la differenziazione tra i vari serbatoi e le varie rilevazioni fatte a risoluzioni diverse. Le rilevazioni topografiche realizzate nei mesi di settembre e ottobre del 2007 e del 2008, sono state realizzate con il sistema LIDAR (light detection and ranging). Eccettuato i grandi ghiacciai dell’Emmons e quello Winthrop, tutti i ghiacciai del Monte Rainier si sono notevolmente assottigliati e si ritirarono nelle loro regioni terminali, con notevole assottigliamento soprattutto ad elevate altitudini (superiori ai 2000 m) e il più grande diradamento per quei ghiacciai che si trovano esposti a sud. I ghiacciai ed i nevai di Mount Rainier hanno perso anche il volume durante l’intervallo temporale preso in esame, salvo per quel che riguarda il fianco Fryingpan ad est , i ghiacciai Emmons ed i nevai minori che si trovano quasi alla vetta.

Le perdite di volume massimo sono stati rilevate sul fianco nord a circa 1750 m di altezza e sul versante sud a circa 2250 m di elevazione. La più grande perdita di volume singola è stato subita dal ghiacciaio di carbonio, nonostante si trovi posizionato verso nord, a causa della sua notevole area di estensione a quote che si ritrovano oltre i 2000 m di altitudine. Il maggiore assottigliamento è stato rilevato sul fianco meridionale dei ghiacciai che era stato interessato dai fenomeni di meltback dal periodo delle grandi nevicata che si sono verificate durante dalla metà degli anni 1940 fino alla metà degli anni 1970, associata con la fase fredda del Pacifico Decadal Oscillation.

Nel complesso, Mount Rainier ha mediamente perso circa il 14% di volume del ghiaccio e delle nevi perenni presenti sui suoi versanti, nell’intervallo temporale di 37-38 anni tra le indagini che sono state svolte.

2 Comments

  1. L’articolo è molto interessante. Provvederò a ‘girarlo’ anche sul mio blog.
    Giann.net

  2. Daniela F

    Prego!!^^

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