Australia: nuovi progetti per la totale conversione alle rinnovabili

Forse non tutti sanno che l’Australia, oltre ad essere il più grande esportatore mondiale di carbone, è uno dei Paese con il più atto tasso di inquinamento atmosferico, raggiungendo circa 28 miliardi di tonnellate all’anno di CO2. Questi sorprendenti dati possono risultare eccessivi e inaspettati, se si considera la natura del territorio e il suo immenso potenziale per la diffusione e produzione di energie rinnovabili. Infatti, stando ad una ricerca svolta dall’Università di Melbourne, l’Australia potrebbe coprire totalmente il fabbisogno energetico sfruttando le proprie risorse naturali e soprattutto senza pesare sull’ambiente.

Secondo lo Zero Carbon Australia Stationary Energy Plan, circa il 40% dell’energia necessaria potrebbe essere prodotta da impianti eolici all’avanguardia installati nelle ampie aree desertiche dell’entroterra australiano, evitando così di alterare l’habitat tipico del Paese. Il restante 60% del fabbisogno energetico, invece, potrebbe provenire dal solare termico. Infatti, attraverso la costruzione di grandi torri contenenti acqua di mare e sfruttando la luce proveniente dal sole, sarà possibile utilizzare il vapore acqueo prodotto per azionare delle grosse turbine capaci di fornire enormi quantitativi di energia elettrica. Inoltre, per far fronte ad eventuali carenze di sole e vento, sarà possibile attingere a fonti alternative, come l’energia da biomassa e l’idroelettrica, che sarebbero in grado di coprire circa il 2% del fabbisogno totale.

Questo progetto potrebbe essere realizzato, con l’appoggio delle autorità competenti, in soli dieci anni e con un costo di 370 miliardi di dollari (circa il 3% del PIL). Ciò porterebbe, non solo alla drastica riduzione dell’inquinamento, ma anche alla creazione di oltre 125.000 posti di lavoro, 80.00 impiegati nella fase iniziale di attuazione e costruzione e 40.000 nella fase successiva di mantenimento e conservazione.

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