Fotovoltaico: ecco i pannelli solari in plastica PET

Arriva dall’Italia l’innovazione che potrebbe rivoluzionare il nostro modo di concepire la produzione di energia a partire dalle fonti rinnovabili. Si tratta di un nuovo prototipo di impianto fotovoltaico ideato da alcune aziende italiane, grazie alla collaborazione delle più importanti università italiane. Alla base di questo progetto vi è il PET, ossia la plastica di uso quotidiano utilizzata per la realizzazione di bicchieri, piatti e bottiglie. Tale materiale, di facile reperibilità,  potrebbe essere impiegato all’interno dei pannelli solari, ottenendo così dei moduli più flessibili, duttili e soprattutto riciclabili.

Oltre al notevole risparmio economico (che compensa la resa energetica leggermente inferiore), gli impianti fotovoltaici in plastica PET risultano più adattabili rispetto a quelli in silicio, in quanto potrebbero essere installati sulle grandi superfici destinate alla coltivazione, sul vetro e addirittura sui tessuti. Ma non è tutto. Arricchendo i pannelli con fili di argento o con altri composti provenienti dal settore delle nanotecnologie, si potrebbe aumentare di non poco la loro conduttività, consentendo, con l’ausilio di particolari materiali isolanti, di sfruttare i raggi UV e le altre fonti non visibili all’uomo per la produzione di energia elettrica.

Stiamo brevettando il processo produttivo che consente di avere pannelli fotovoltaici multistrato pronti all’uso in un unico passaggio e con costi molto ridotti, fino a un decimo – Giovanni Della Rossa, responsabile per le nanotecnologie e il fotovoltaico della Luigi Bandera (azienda leader nella produzione di macchine per l’estrusione delle materie plastiche) – al momento stiamo collaborando con universita’ italiane, inglesi e statunitensi per mettere a punto un polimero adatto a costituire lo strato fotoattivo che produce energia“.

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