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Lampadine ad incadescenza perchè non usarle

22 Mar 2012
Daniela F
Notizie

In Italia, la Finanziaria 2007 aveva previsto il divieto di commercio e di vendita delle lampadine a incandescenza a partire dal 2011. Al di là dei buoni propositi, si pensava che grazie alle solite deroghe di legge italiane difficilmente alla fine del 2011 sarebbero sparitedavvero dagli scaffali le vecchie lampadine. Invece sembra che ce l’abbiamo fatta.

Molti erano i fattori che hanno fatto stentare l’affermazione delle lampadine a basso consumo nel nostro Paese, soprattutto il prezzo d’acquisto più elevato. Confrontate con quelle tradizionali, le lampadine a risparmio energetico costano di più, ma alla lunga si dimostrano più vantaggiose, sia per il portafoglio quanto per l’ambiente. Considerando tutto l’arco della loro lunga vita, permettono infatti di risparmiare sulla bolletta elettrica, oltre a contribuire alla riduzione delle emissioni di CO2. La stessa Unione Europea spingeva da anni per promuovere la diffusione delle lampade a basso consumo.

Un modello a risparmio energetico  da 11 – 12 W costa  mediamente 2/3 volte  il costo d’acquisto rispetto ai tradizionali modelli a incandescenza, ma il maggior rendimento luminoso permette di recuperare piuttosto velocemente l’esborso iniziale. Oltre che sul portafoglio, i vantaggi ricadono anche sull’ambiente poichè le lempade a basso consumo durano molto di piùo e richiedono meno energia.

  • Lampade ad incandescenza: all’interno del bulbo, la corrente elettrica scalda a temperatura elevata un filamento in tungsteno, rendendolo incandescente e generando così la luce. Il rendimento di una lampadina di questo tipo è decisamente ridotto: ben il 90 % dell’energia consumata non si trasforma in luce, ma si disperde sotto forma di calore. Per effetto del calore, il filamento evapora e forma un deposito sulla parete interna della lampadina, fattore che piano piano la rende più scura e ne diminuisce ulteriormente la luminosità. Questo processo di evaporazione corrode progressivamente il filamento fino alla sua rottura, che corrisponde alla fine della vita della lampadina. La durata di questi prodotti è quindi piuttosto breve.
  • Lampade alogene: corrisponde ad una versione “migliore” della lampadina ad incandescenza. La lampadina alogena contiene un gas che impedisce al vapore del tungsteno di depositarsi sulle pareti interne della lampada e favorisce la ricostituzione del filamento. Le pareti non sono in vetro ma in quarzo per permettere alle lampade alogene di avere una durata di vita doppia o tripla rispetto a quelle a incandescenza, oltre ad assicurare un rendimento luminoso superiore del 20 – 30 %.
  • A risparmio energetico o fluorescenti: versione compatta delle lampade al neon, formata da tubi di vetro incurvati contenenti vapori di mercurio. Quando la lampadina si accende, la corrente provoca una scarica eletrica nel gas. I vapori di mercurio emettono un raggio ultravioletto che viene trasformato in luce dalla polvere fluorescente che ricopre la parete interna del bulbo. Queste lampade costano di più di quelle a incandescenza, ma consumano molta meno energia perché hanno migliori rendimenti luminosi. Inoltre, hanno una durata di vita più lunga.
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efficienza energetica, lampadine



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