Rinnovabili: vantaggi e svantaggi dell’energia da biomassa

Come già anticipato in un precedente articolo, le biomasse rientrerebbero nelle rinnovabili più inquinanti. Alcune specie di colture, infatti, non sono in grado di ridurre al minimo le emissioni di gas, togliendo spazio alle colture alimentari (come i cereali) e favorendo l’umento del prezzo di quest’ultime o, cosa più grave, mettendo a rischio il patrimonio boschivo nazionale. Nonostante ciò, la Comunità Europea, dopo un’attenta valutazione dei rischi, ha deciso di incentivare lo sviluppo delle biomasse per soddisfare, entro il 2020, il 10% del fabbisogno energetico di tutto il vecchio continente. Oltre a ricavare energia elettrica e calore, uno dei vantaggi riconosciuto dalle autorità riguarda la possibilità di ottenere biofuel (da impiegare nel settore dei trasporti pubblici), attraverso semplici trattamenti che trasformano le biomasse in combustibili liquidi.

Attualmente l’Europa ricava dalle biomasse il 3,5% dell’energia che usa. Fra i paesi più attivi nella creazione di impianti di biomasse, grazie anche agli incentivi offerti (che hanno mitigato i costi di realizzazione delle centrali), ci sono Svezia, Olanda, Danimarca, Belgio, Germania, Austria e anche l’Italia. In Finlandia, Svezia e Austria, dove sono state studiate politiche energetiche, la quota raggiunge il 15-20%.

Esistono due processi diversi per produrre energia dalle biomasse. Il primo è il processo di conversione biochimica, da cui si ricava energia per mezzo di una reazione chimica dovuta a enzimi che si formano in particolari circostanze ambientali, quali funghi e microrganismi. Sono compatibili a questo tipo di trasformazione le colture acquatiche, gli steli di barbabietole o patate e rifiuti zootecnici.  Il secondo processo è quello di conversione termochimica, da cui si ricava energia attraverso reazioni chimiche scatenate dal calore. Le biomasse che si prestano meglio a subire questa lavorazione sono la legna e i suoi derivati, come trucioli o segatura e alcuni scarti di lavorazione, come gusci e noccioli.

Entrambe le filiere sono soggette a controlli per verificare le conseguenze ambientali e valutare i reali vantaggi previsti dall’impiego di biomasse. Anche se molti ritengono più opportuno l’utilizzo di altre fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico e solare termico), da alcuni studi è emerso che l’uso di scarti e sottoprodotti (reflui degli allevamenti), per ottenere biogas, risulta essere quello meno inquinante e quindi più efficiente.

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