L’Europa nel 2050, quali sono gli scenari energetici possibili ?

Immaginare come possa cambiare un paese da un punto di vista del mercato energetico da oggi al 2050 sembra già complicato, farlo per l’intera Europa appare addirittura impensabile. Un tentativo l’ha fatto la Commissione Europea sull’Ambiente stilando cinque scenari possibili attraverso una serie di proiezioni.

I cinque scenari sono legati alle scelte che prenderanno cittadini e amministrazioni nazionali in termini di politica energetica e presentano un unico punto di contatto rappresentato dalle fonti rinnovabili. L’unico punto in cui si trova quindi un accordo tra i vari scenari è la volontà condivisa di ridurre le emissioni inquinanti e di aumentare la quantità di energia sviluppata da fonti rinnovabili, producendo così energia pulita.

Il limite ultimo al quale mira la Commissione Europea è la riduzione del carbonio presente nell’aria fino a raggiungere un taglio dell’80% rispetto a quello attuale riducendo le emissioni derivanti soprattutto dagli edifici mancanti di certificazione energetica e puntando fortemente sulle fonti rinnovabili come trampolino di lancio per un futuro fatto di energia pulita e di emissioni inquinanti ridotte all’osso. Il punto di partenza fa ben sperare dato che già il 10% del fabbisogno è ricoperto dalle fonti rinnovabili, ma i cinque scenari che si dovrebbero sviluppare sono:

  • Alta efficienza energetica, che prevde un consistente risparmio energetico con una riduzione elevata di domanda energetica fino al 41% in meno e contestualmente con una copertura del 64% del fabbisogno complessivo ad opera delle rinnovabili.
  • Diversificazione tecnologica, che prevede il mantenimento di tutte le fonti energetiche esistenti con l’introduzione di tecnologie che assorbano la CO2.
  • Alte fonti rinnovabili, che come si intende dal nome punta tutto sulle fonti rinnovabili con un vasto sistema di investimenti ed incentivi che consentirebbe di arrivare fino ad una copertura del 97% a fronte di un ingente investimento economico.
  • Recupero e stoccaggio del carbonio ritardato, che sarebbbe b asato principalmente sul nucleare e sullo stoccaggio del carbonio anche se tra le cinque è la meno accreditata dopo il disastro di Fukushima e le conseguenti scelte politiche di abbandono del nucleare.
  • Basso nucleare, che prevede l’interruzione immediata della produzione delle centrali e contestualmente la chiusura di quelle già in funzione, con l’inevitabile sostituzione da parte di fonti rinnovabili che dovranno ripianare il fabbisogno energetico precedentemente garantito dal nucleare.

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