La plastica dall’erba tagliata, oggi si può

Negli ultimi giorni un’accesa controversia è infiammata tra Fareambiente e Novamont, rispettivamente: associazione rappresentativa del movimento ecologista in Europa e azienda detentrice del monopolio sul Mater-Bi, materiale utilizzato nella produzione di buste di plastica biodegradabili in linea con i regolamenti UE. A detta della Fareambiente, le buste di plastica prodotte da Novamont sarebbero inquinanti, se non più, delle buste di plastica alle quali abbiamo detto addio tempo fa, infatti queste causerebbero danni ambientali mettendone in dubbio la biodegradabilità se non smaltite in filiere di compostaggio industriale.

Tra le altre questioni da affrontare, ci sarebbe quella circa l’utilizzo di risorse alimentari come il mais, per la produzione di plastica biodegradabile, che dovrebbero essere utilizzate solo come riserve di cibo e non per produrre oggetti usa e getta. La buona notizia arriva direttamente dall’assolata Università della Florida, che ha pubblicato uno studio secondo il quale sarebbe possibile utilizzare gli sfalci di erba da giardino, per produrre plastica biodegradabile al 100%. Tramite l’utilizzo di un particolare batterio, il Bacillus coagulans strain 36D1, capace di produrre acido lattico consumando soltanto carboidrati vegetali, e questa produzione di acido lattico sarebbe ancora più efficace aggiungendo al processo del carbonato di calcio.

Gli esperti al momento stanno studiando un modo per utilizzare carboidrati non alimentari, risparmiando così quelli alimentari utilizzati per il sostentamento della popolazione. Questa scoperta sarebbe al momento una valida oppositrice all’utilizzo dei materiali derivati dal petrolio, oltre al fatto che questa trova una soluzione alle materie di scarto che non trovano alcun utilizzo.

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