Moti ondosi sempre più sfruttati

Lo sfruttamento di fonti rinnovabili per la produzione di energia pulita è in continua evoluzione e, indubbiamente, vede alcune fonti energetiche premiate rispetto ad altre. Tuttavia, alcuni sistemi stanno avendo piccole rivincite su quanti, inizialmente, non credevano nel loro utilizzo.

Uno di questi è sicuramente lo sfruttamento dei moti ondosi: l’idea di sfruttare i movimenti marini per generare energia pulita ha spesso incontrato detrattori, che adducono a prova della scarsa convenienza del sistema, l’impossibilità dell’utilizzazione ai fini della pesca, dei tratti di mare impiegati dagli impianti energetici.

Il potenziale posseduto dagli oceani è, però, immenso basti pensare che, nonostante il 19% dell’energia prodotta sul nostro pianeta sia energia idroelettrica, quella derivante dalle è solo una minima parte, mentre, studi di settore, prevedano si possa arrivare, con le sole maree, ad un decimo dell’elettricità mondiale.

Tra tutti colo che credono a tutto ciò, c’è la Ocean Power Technologies, società statunitense nata nel Delaware ma attualmente situata in New Jersey, la quale sta cercando si fruttare l’immensa forza degli oceani tramite l’installazione di turbine nell’arcipelago delle Hawaii.

Le PowerBuoy 40, chiamate così per la capacità di ognuna di generare 40 kW di potenza, hanno un’altezza di 16 metri ed un diametro di 14 e contengono uno stantuffo che sale e scende grazie al movimento delle onde azionando così un generatore elettrico collegato a cavi sottomarini che trasportano l’elettricità sulla terraferma. Le PB40 sono boe dotate di un controllo computerizzato e di un sistema “intelligente” in grado di adattarle alle differenti condizioni delle onde. Il perfezionamento dei generatori è dovuto anche al sostegno economico della Marina degli Stati Uniti.

Attualmente la Ocean Power Technologies sta progettando un generatore ancora più potente, in grado di generare fino a 150 kW, che dovrebbe essere installato al largo delle coste dell’Oregon.

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