Rinnovabili: le biomasse inquinano più dei combustibili tradizionali

Secondo uno studio di Nomisma Energia, dal titolo “I combustibili da riscaldamento in Italia – Riflessi economici e ambientali“, le biomasse rientrerebbero nella categoria delle fonti di energia inquinanti. La notizia, diffusa in questi giorni, potrebbe provocare reazioni di incredulità, ma grazie ai dati raccolti per la ricerca è stato possibile constatare la quantità di polveri sottili emessa nell’atmosfera in seguito alla combustione di biomasse legnose, principalmente impiegate per il riscaldamento domestico.

Attraverso un accurato confronto, i ricercatori hanno scoperto che le biomasse termiche (legna, pellet e cippato) bruciando emettono, anche nelle migliori condizioni, una quantità mille volte maggiore di particolato fine rispetto alle fonti gassose come il Gpl.

Il notevole aumento di consumo di tale fonte alternativa, registrato nell’anno 2012, va dunque attribuito al costo ridotto del prodotto rispetto ai combustibili tradizionali. Infatti, non tutti sanno che le biomasse godono di agevolazioni fiscali e non pagano le accise che invece gravano sui combustibili tradizionali (la tassazione è di 2-5 euro/MWh contro valori fino a 67 euro/MWh per le fonti tradizionali). Questa situazione, secondo la Nomisma Energia, provocherebbe gravi conseguenze sul sistema fiscale italiano e sul settore delle fonti gassose.

Si evidenzia che per quanto riguarda le emissioni di polveri, NOX, diossina – ha spiegato il presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli – l’utilizzo delle biomasse comporta attualmente emissioni molto più consistenti rispetto ai combustibili tradizionali e, in particolare, a quelli gassosi.”

La ricerca svolta dalla società di analisi di mercato, specializzata nel settore dell’energia, non tiene però conto degli obblighi imposti dalla Comunità Europea, che regolano il quantitativo di fonti pulite da utilizzare nel settore del riscaldamento domestico.

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