Nucleare: a 10 mesi dall’avvio non esiste ancora una normativa chiara

A quasi un anno dall’approvazione della oramai oltremodo famosa legge delega sul nucleare e a circa 2 mesi dalla relativa pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale, il quadro legislativo che dovrebbe disciplinare il ritorno del nucleare nei territori italiani sembra essere ancora assolutamente confuso, disordinato e molto poco lineare.

Grandi promesse, molte chiacchiere ma allo stato attuale nessun fatto!

Italia dei Valori chiede il refendum contro il Nucleare

A quanto pare l’Italia sembra essersi divisa in due, da un lato troviamo un Governo sempre più attento a ricercare le giuste strategie di marketing per poter promuovere un nucleare fondamentalmente guardato dai cittadini con sospetto, mentre dall’altro si presenta coerente uno zoccolo duro che all’entrata del nucleare proprio non si vuole abituare.

A supporto del tanto amato-odiato “No”, l’Italia dei Valori che domani 1 Maggio 2010 raccoglierà le firme per poter richiedere un nuovo referendum contro l’attivazione delle centrali atomiche, seppur tutto questo potrà trasformarsi in una vera e propria arma a doppio taglio, in quanto bisogna fare moltissima attenzione a finché si raggiunga il quorum.

Disamina di un’era complicata: perchè scegliere le Rinnovabili?

Tempi di stravolgimenti questi, tempi di rivoluzioni culturali e di scoperte scientifiche, tempi di investimenti sbagliati e scelte azzardate, e in questo panorama così confuso come quello del ventunesimo secolo sembra che ancora non siano abbastanza chiare le sorti del Pianeta Terra.

Chi dice che presto finirà il mondo, chi che l’inquinamento è una nuova invenzione di pazzi visionari scienziati, chi parla di nuovi investimenti nel nucleare e chi invece vuole che tutto resti uguale!

E in questo marasma di informazioni noi poveri cittadini del mondo rimaniamo attoniti senza sapere a cosa aggrapparci, a che pensare e soprattutto quale strada da prendere.

Dossier Antinucleare: ma il nucleare quanto ci costa?

Strano ma vero,  a quanto pare l’Italia dovrà sborsare ben 12 miliardi di euro per poter sopperire alle spese di un nucleare che ancora non ha ma che bensì  aveva e che, dopo circa 23 anni, ancora grava sulle tasche di noi contribuenti che dovremo pagare lo stoccaggio delle scorie radioattive prodotte molti anni addietro.

Tale sconcertante aspetto viene messo in luce dal dossier pubblicato dai Verdi e presentato nei giorni scorsi durante un’azione di protesta volta a frenare l’espansione del nucleare.

I Costi del Nucleare: analisi di una grande menzogna

Ad una prima analisi piuttosto sommaria, emerge un’apparente convenienza dettata dall’introduzione del nucleare che sembra avere costi molto bassi rispetto alle altre fonti di energia, questo perché il costo solitamente non include una serie di spese accessorie, addebitate ai cittadini, impiegate  per sostenere, realizzare, gestire e infine smantellare una centrale nucleare.

Analizzando più in profondità il sistema energetico, partendo dalla costruzione delle centrali fino ad arrivare allo stoccaggio e allo smaltimento dei rifiuti, sarà possibile notare in maniera molto palese l’incremento sempre più serrato dei costi.

Italia e Francia firmano l’accordo per il Nucleare

A quanto pare il tanto agognato accordo tra Italia e Francia in merito alla questione del nucleare è stato, ahinoi, trovato.

Ebbene si, le due Nazioni Europee diventeranno presto partner nucleari, difatti a quanto pare L’Italia comprerà presto tecnologia nucleare francese, piuttosto che energia elettrica francese, anche se non si esclude che vengano comperate entrambe.

In arrio nuovi spot sul nucleare!

Quale modo migliore per convincere gli italiani che il ritorno al nucleare è sicuro e quanto mai necessario, se non l’utilizzo di uno dei maggiori canali di comunicazione di massa come il Televisore?

Ebbene si, un’arma questa non ancora sfoggiata dai sostenitori del nucleare, fino ad ora però. Perché a quanto pare il Presidente del Consiglio ha annunciato che stanno per arrivare in tv nuovi spot di matrice italo-francese sulla promozione del nucleare.

Legambiente: il Governo punta al Nucleare i Comuni vogliono il green

Legambiente ha pubblicato sul proprio portale il consueto rapporto sull’eco-sostenibilità e lo sviluppo delle energie alternative nei vari comuni italiani.

Il rapporto intitolato “Comuni Rinnovabili 2010” e consultabile sul sito stesso dell’associazione mette in luce parecchi aspetti legati alle rinnovabili aspetti non sempre comprensibili se non studiati attentamente grazie ad un attento esame.

Fiera delle Rinnovabili: 22 milioni da destinare alle rinnovabili, ma nessuna risposta in merito al nucleare

Il Ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola, pur non potendosi presentare alla Fiera dedicata alle Rinnovabili che chiuderà i battenti il 21 Marzo prossimo, ha ugualmente inviato un comunicato che mette in luce intenti e misure che il Governo ha deciso di attuare in merito alla nuova adozione di energie rinnovabili nel contesto italiano.

Secondo le dichiarazioni di Scajola, il governo ha in dotazione circa 22 milioni di euro,  interamente da devolvere a piani di ricerca e di riconversione rispetto all’utilizzo di fonti da energia pulita.

Il nucleare non è fonte rinnovabile, l’Italia non raggiungerà gli obiettivi previsti per il 2020

Cattive notizie in vista per tutti coloro che reclamavano a gran voce il ritorno del Nucleare come se ritornare alle “buon vecchie care centrali” volesse dire intraprendere una strada verso una nuova produzione di energie verdi e non inquinanti.

Ebbene, coloro i quali auspicavano un Italia green al sapor di nucleare rimarranno delusi, in quanto nella giornata di ieri la Commissione Ue

Greenpeace continua la lotta contro il nucleare

In un clima politico così teso e pungente è impossibile non tornare a parlare di Nucleare, e soprattutto non è possibile eludere dal discorso la diatriba in atto tra i candidati alle prossime elezioni regionali dichiaratisi a favore del nucleare, e la nota associazione ambientalista Greenpeace.

La questione del nucleare sembra essere oramai un argomento spinoso che sembra dividere l’opinione pubblica tra chi pensa ai risvolti economici positivi, e chi invece vuole salvaguardare la qualità della vita propria ed altrui.